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il racconto

Latina, ennesima truffa al telefono: “Suo figlio ha investito una donna”. Poi occupano i cellulari dei familiari

Fare leva sull’ansia generata da una cattiva notizia è una delle pratiche più utilizzate

LATINA – Ennesimo tentativo truffa a Latina. E’ avvenuto questa mattina e a raccontarcelo è stata un’ascoltatrice che sul numero fisso di casa ha ricevuto la telefonata di una persona che si è qualificata come carabiniere informandola che suo figlio era in stato di fermo per aver investito una signora sulle strisce pedonali. Il finto militare specificava anche che la situazione era molto delicata dal momento che in ospedale le condizioni della signora investita si stavano aggravando.

 L’agitazione mostrata dalla donna, una volta raggiunta dalla notizia, ha dato la possibilità al finto carabiniere di chiederle nomi e numeri di telefono dei figli e del marito per poter comunicare anche con loro. E lei, certa di parlare con un rappresentante delle forze dell’ordine, ha puntualmente fornito i dati richiesti (tutti tranne quello del coniuge che ha spiegato essere defunto).

Una volta ottenuti gli altri numeri di cellulare, i truffatori li hanno chiamati tenendoli così occupati e impedendo di fatto alla donna di parlare con i familiari e di chiedere eventuali conferme. Inutile dire che il senso di smarrimento e preoccupazione in questo modo aumentava. E’ stato uno dei figli che si trovava in quel momento a casa della mamma a mettere fuori gioco i truffatori.

A lui, un sedicente avvocato che lo ha chiamato al telefono ripeteva quanto già detto alla mamma, aggiungendo che era necessario che raggiungesse immediatamente l’ufficio postale di Latina Centro dove avrebbe trovato il direttore delle poste per una notifica ufficiale. E’ stato a quel punto che nonostante l’agitazione generata dalla prima telefonata, il figlio ha capito che c’era qualcosa di strano e ha cominciato a fare domande ricevendo notizie sempre più ingarbugliate. “Quando mio figlio ha capito e mi ha detto di troncare la conversazione, non è bastato abbassare il telefono, ma abbiamo dovuto staccare la spina, perché continuavano a chiamarmi”, ha raccontato la donna.

Con ogni probabilità l’obiettivo del gruppo era quello di entrare in casa della signora avendo la certezza di trovarla da sola (gli altri erano trattenuti al telefono). In questi casi vengono chiesti soldi (o altri valori) per spese legali urgenti relative al finto incidente, cauzioni o altre cose simili. La presenza del figlio in casa ha però costretto i truffatori ad un diversivo e hanno quindi cercato di allontanarlo da casa con la scusa dell’ufficio postale. Nessuno dei due tentativi stavolta è riuscito.

Molti anziani, ogni giorno, sono vittime di truffe attuate con sistemi simili a quello che ci ha raccontato la nostra lettrice, magari utilizzando “storie” leggermente diverse. Fare leva sull’ansia generata da una cattiva notizia è una delle più utilizzate, ma non la sola. Tante sono anche le truffe attuate da sedicenti operatori bancari.

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