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la strage

Cisterna, il Centro Donna Lilith: “Chiamatelo con il suo nome, duplice femminicidio”

L'intervento delle esperte di violenza di genere di fronte all'uccisione di Nicoletta Zomparelli e Renee Amato

LATINA – Chiamatelo con il suo nome: “duplice feminicidio”. Di fronte all’uccisione di Nicoletta Zomparelli e Renee Amato, mamma e sorella di Desiree, uccise dal fidanzato di quest’ultima che non è riuscito a uccidere lei, il Centro Donna Lilith di Latina ribadisce in una nota che “il femminicidio è l’apice estremo di una serie di violenze a cui le donne sono sottoposte molte volte quando decidono di porre fine ad una relazione” e che “la violenza si attua nel momento in cui un uomo perde il controllo e il potere che esercita sulla sua partner”.
“È  fondamentale  – si legge nella nota delle esperte del centro antiviolenza che quest’anno ha compiuto 38 anni di attività – fornire alle donne degli strumenti per poter riconoscere sin da subito i primi segnali di violenza all’interno della relazione affettiva, il controllo, la limitazione della libertà personale, la gelosia, tutti questi fenomeni non sono rappresentazione dell’amore ma sono atti di violenza, violenza di genere”.

E’ l’occasione per ricordare a tutte le donne che si trovano in una situazione di violenza che possono chiamare il 1522 numero nazionale antiviolenza gratuito, per essere messe in contatto diretto con il centro antiviolenza a loro a più vicino e se sono in pericolo di vita possono contattare nell’immediato le forze dell’ordine.

“Sul nostro territorio  – ricorda l’associazione presieduta da Francesca Innocenti – esiste una rete territoriale, che con esperienza pluriennale, è in grado di intercettare la richiesta e accogliere le donne che hanno necessità di assistenza, compiendo una valutazione del rischio attenta e condivisa. Il ruolo dei centri antiviolenza è fondamentale per le donne in temporanea difficoltà a causa delle violenze subite in quanto trovano un luogo in cui operatrici esperte le ascoltano e credono loro.
Per noi le donne non sono mai, in nessun caso, responsabili delle violenze e ricordiamo quanto sia importante raccontare la violenza e i fatti di cronaca in maniera oggettiva e non rivittimizzante. Il messaggio che vogliamo ribadire è quello di non avere paura, di non vergognarsi e di chiedere aiuto per uscire dalla violenza e salvare la propria vita”

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