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Tacconi: l’onorevole Bellanova presenta interrogazione ai ministri Sacconi e Romani

LATINA – A seguito della visita al Presidio delle lavoratrici della Tacconi sud di qualche settimana fa da parte dell’onorevole Bellanova e di Emilio Ciarlo, candidato alle elezioni amministrative per il Partito Democratico, il PD ha depositato una interrogazione al Ministro dello Sviluppo economico e al Ministro del Lavoro per sapere come “intervenire con urgenza per attivare un proficuo confronto con le parti interessate, affinché si possa mettere in atto un rilancio produttivo del sito utile a preservare dalla disoccupazione un’altra sacca di lavoro femminile italiana”.

L’interrogazione ripercorre la storia della Tacconi sud e chiede conto del comportamento incomprensibile della proprietà che, pur in presenza di commesse, di un know how importante e di risorse umane qualificate abbia preferito improvvisamente cessare l’attività non solo non versando il dovuto alle lavoratrici ma sfuggendo il confronto sul futuro del sito produttivo (un capannone vastissimo, con macchinari importanti e un invidiabile accesso alla Pontina). In questo modo si sono abbadonate nel limbo una ventina di donne che, con tenacia, da mesi occupano la fabbrica.

“Non possiamo dimenticare l’attaccamento di queste donne al loro lavoro e alla loro professionalità, la passione e il giusto orgoglio con cui ci hanno mostrato i loro prodotti, di altissima fattura e di notevole contenuto tecnologico – dicono Emilio Ciarlo e l’on. Bellanova – Siamo stati accolti da un gruppo di giovani donne che con tanto di bambini a seguito considerano la fabbrica parte di loro stesse, tanto da trasformarla in una vera casa cui tengono più delle istituzioni e della stessa proprietà.”

“Nel corso della visita – continua Ciarlo – abbiamo parlato anche di ipotesi alternative per mantenere produttivo il sito: la valorizzazione dello stesso attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e il conseguente abbattimento dei costi energetici per chi utilizzi il capannone, la destinazione a “data center verde” per ospitare i grandi centri di elaborazione dati delle aziende di Information Technology dell’area romana (interessati ad abbattere i costi). Indispensabile, però, la collaborazione con la proprietà che per ora pare scomparsa”.

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