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DIRETTIVA BOLKESTEIN
La Fiva illustra gli effetti negativi sul territorio pontino

 

LATINA – Illustrare gli effetti nefasti che la “direttiva Bolkestein” rischia di provocare sul territorio nazionale con drammatiche ricadute anche in provincia di Latina. E’ questo l’obiettivo dell’importante appuntamento che la Fiva Latina Confcommercio ha indetto per dopodomani, mercoledì 22 giugno, alle ore 17,30 presso la sala parrocchiale “Don Bosco” di via Sisto V° a Latina. “Direttiva Bolkestein, no grazie!” è il titolo eloquente scelto per questo convegno svolto alla presenza delle massime autorità del territorio.

Oltre ai saluti istituzionali del sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, del presidente della Camera di Commercio, Vincenzo Zottola e del vicepresidente vicario della Confcommercio per la provincia di Latina, Italo Di Cocco, saranno numerosi gli interventi degli addetti ai lavori per spiegare, nel dettaglio, le disposizioni introdotte da questa direttiva europea che mette seriamente in discussione i diritti acquisiti nei mercati settimanali e che rischia letteralmente di far perdere le “licenze” dei posteggi alla scadenza delle attuali concessioni. Un tema questo su cui la Federazione italiana venditori ambulanti della provincia di Latina, presieduta da Roberto Delle Fontane, intende mobilitare da subito tutti gli operatori del settore e le istituzioni coinvolte. Non a caso, a dare il proprio contributo, ci saranno mercoledì i pareri autorevoli dell’onorevole Francesco Saponaro, presidente della commissione commercio della Regione Lazio, del segretario nazionale Fiva Confcommercio, Armando Zelli, il presidente Upvad – FIVA-Confcommercio, Franco Gioacchini e di Marrigo Rosato esponente della Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Latina.

Come detto, si tratta di una direttiva definitivamente approvata da Parlamento e Consiglio europeo nel dicembre 2006, che sta facendo discutere in quasi tutti i paesi dell’Unione. In particolare, la direttiva Bolkestein mira (ma solo negli intenti) ad apportare benefici alle imprese e a tutelare i diritti del consumatore, riducendo e in alcuni casi eliminando l’elevato numero di ostacoli burocratici che impediscono ai prestatori di servizi di espandersi oltre i confini nazionali, il tutto al fine di sfruttare appieno il mercato unico, in un’ottica di maggiore competitività ed equilibrio dei mercati. Al centro dello scontro degli ultimi mesi, tuttavia, il caso che riguarda il settore del commercio ambulante. Secondo la direttiva, infatti, l’autorizzazione per il commercio su aree pubbliche potrà essere rilasciata, oltre che a persone fisiche e a società di persone, anche a società di capitali regolarmente costituite o a società cooperative. Provocando così il rischio, concreto, di creare veri e propri monopoli o cartelli, a discapito naturalmente dei piccoli commercianti, come del resto è avvenuto negli ultimi anni per piccoli negozi a conduzione familiare. Di sicuro, verranno messi a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro in tutta Italia. Una prospettiva drammatica che l’organizzazione di categoria sente il bisogno di contrastare mettendo in campo ogni strumento a disposizione.

 

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