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PROCESSO DAMASCO
Per De Amicis (Idv) è in azione la macchina del fango

Il segretario provinciale dell'Idv Enzo De Amicis

LATINA –  «Al di là della loro palese insussistenza dal punto di vista giuridico, le strumentali accuse avanzate da alcuni imputati del processo Damasco nei confronti dei loro giudici naturali sono estremamente inquietanti».

Con queste parole, il segretario provinciale dell’IDV Enzo De Amicis commenta l’istanza di trasferimento del processo Damasco ad altra sede avanzata dai legali di Venanzio Tripodo e Antonino D’Errigo per legittimo sospetto.

«La linea del berlusconismo antigiudiziario – osserva De Amicis – fa scuola anche dalle nostre parti: si screditano i giudici per provare a sfuggire ai processi. L’invettiva piena di maldicenze, sospetti e messaggi trasversali rivolti congiuntamente ai giudici ed ai politici che si sono occupati del caso Fondi costituisce un atto di estrema gravità. Si utilizza la macchina del fango contro la magistratura per cercare una qualche via di fuga da un processo che è destinato a fare chiarezza su ipotesi di reato gravissime. Credo che la politica debba fare quadrato attorno a quei magistrati, alle parti civili e a quegli esponenti politici che sono attinti da questa ignobile strategia di delegittimazione che, per la prima volta, si manifesta anche a Latina con toni e contenuti che destano grande allarme».

«La Cassazione – conclude De Amicis – non mancherà di respingere queste basse insinuazioni. La politica, però, faccia la sua parte e non lasci isolati coloro che, nella nostra provincia, sono impegnati in prima linea sul fronte della lotta all’illegalità».

Riceviamo e pubblichiamo

da Enzo De Amicis

 

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