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BLITZ CONTRO IL CLAN MALLARDO
In manette i fratelli Ascione di Formia
Sequetrati beni per 50 milioni

LATINA – Sono tre imprenditori di Formia, ritenuti affiliati al clan camorristico Mallardo, gli arrestati nell’ambito di un’operazione della Guardia di Finanza che ha portato anche al sequestro di beni per un valore di circa 50 milioni di euro.  L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma. 

Un gruppo criminale radicato in provincia  di Latina e legato ai Mallardo aveva a capo i fratelli Giuliano, Michele e Luigi Ascione , arrestati con l’accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico e intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalità mafiose. Campo d’azione privilegiato dei tre, il settore edilizio-immobiliare e del commercio di autovetture.

L’operazione, che gli investigatori hanno chiamato TAHITI dal nome dello stabilimento balneare di Fondi in cui il clan si incontrava, è solo l’ultima in ordine di tempo contro il clan egemone a Giugliano di Napoli. Nell’ultimo periodo l’attenzione investigativa si è concentrata in particolar modo sulla famiglia Dell’Aquila, potentissimo braccio criminale ed economico del clan , capeggiata da Giuseppe detto “Peppe ‘o Ciuccio” arrestato lo scorso anno dopo un lungo periodo di latitanza.

Proprio seguendo gli investimenti realizzati dai Dell’Aquila nel Basso Lazio, si è giunti ad individuare i fratelli Ascione: “Erano loro a reinvestire nell’economia legale del sud-pontino ingenti capitali frutto delle attività illecite dei Mallardo”. Il commercio di auto era l’ultimo business del gruppo, una fiorente arttività passata al vaglio della Guardia di Finanza di Formia che, attraverso approfonditi accertamenti bancari, ha accertato come nel periodo 2002/2005 gli Ascione abbiano fatto transitare su loro conti bancari somme superiori a 18 milioni di euro, anche con truffe ai danni di alcune compagnie assicuratrici.

I beni sequestrati sono 38 terreni e 46 fabbricati tra Latina, Napoli e Cosenza; 6 aziende, con sede nelle province di Latina e Napoli; quote di una società di gestione di stabilimenti balneari; e poi ancora 15 auto e moto; 32 rapporti finanziari. In corso anche il sequestro di altri 114 conti bancari riconducibili agli indagati.

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