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POLEMICA FIPE
Da Di Cocco proposta choc:
“Da ristoranti, diventiamo tutti circoli privati”

Italo Di Cocco

LATINA – Il servizio andato in onda nell’ultima puntata de “Le Iene” è la prova provata di quanto Fipe sostiene da sempre: i circoli privati vanno contrastati. Possono eludere le tasse (come dichiarato da chi li gestisce) e potrebbero destare grande interesse a chi guarda con interesse al malaffare se il decreto sulle semplificazioni non venisse corretto con la reintroduzione dell’autorizzazione di pubblica sicurezza. 

Proprio su questa realtà abbiamo più volte richiamato l’attenzione delle Forze dell’Ordine e delle Amministrazioni Comunali dove questa problematica ha sollevato enormi criticità tra i titolari delle attività di ristoranti, pub, pizzerie ed i gestori dei “circoli privati”.
Proprio su quest’ultimo punto, Fipe contesta quanto riferito dal ministro Patroni Griffi nell’ultimo resoconto parlamentare. Secondo Fipe, togliendo l’autorizzazione di pubblica sicurezza, cioè quella ritenuta dal Ministro inutilmente aggiuntiva, in realtà si impedisce l’intervento preventivo da parte delle forze dell’ordine in caso venisse ravvisata una situazione di pericolo per i cittadini. Ciò significa che polizia e carabinieri non potrebbero accedere immediatamente al luogo dove si somministrano cibi e bevande, ma dovrebbero attendere il mandato del magistrato.
Le situazioni di pericolo vanno da quelle più gravi a quelle apparentemente meno gravi, come per esempio il consumo di alcolici a persone di qualsiasi età e a qualsiasi ora. I circoli continuerebbero infatti ad essere soggetti al divieto di somministrazione di alcolici oltre le 3 del mattino, ma senza l’autorizzazione di pubblica sicurezza diventano luoghi esenti dai blitz.
Tutto ciò aggrava la situazione di concorrenza sleale creata dai circoli a danno delle attività commerciali propriamente inquadrate e soggette a obblighi di legge più complessi e articolati. Non è un caso che alcuni circoli nascano proprio con l’obiettivo di effettuare un’attività da esercente eludendo norme, tasse e contributi di ogni genere; in altre parole effettuando concorrenza sleale nei confronti di chi è in regola. «Sono stati gli stessi gestori dei circoli – ha rivendicato il presidente nazionale Fipe, Lino Stoppani – a dichiarare davanti alla telecamera accesa delle “Iene” di evadere le tasse, spiegandone anche il meccanismo e vantandosi del fatto di non essere soggetti a controlli. Si tratta di una palese ingiustizia. Noi subiamo i controlli fiscali e passiamo da evasori; i circoli non rilasciano scontrini ‘a norma di legge’ e non pagano le imposte e l’Iva sulla somministrazione, eppure non si alza un dito per combattere questa situazione. Anzi, li si rende ancora più intoccabili anche a dispetto del riconoscimento di aiuto di Stato dichiarato dall’Unione europea e condiviso dal presidente del Consiglio, Mario Monti, (che ha preso provvedimento nei confronti della Chiesa, ma non di circoli e sagre) e del sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo».
“Alla luce di quanto sopra – dichiara il Presidente Provinciale della FIPE-Confcommercio di Latina, Italo Di Cocco – annuncio che, ove mai non saranno assunte dal Governo e dal Parlamento le adeguate iniziative legislative atte a salvaguardare la qualità della enogastronomia e le condizioni di parità nell’esercizio delle attività, proporrò ai miei associati di chiedere ai Comuni la trasformazione della Autorizzazione Amministrativa per Pubblico Esercizio in quella di “semplice” Circolo Privato. E’ un atto provocatorio ma che serve a denunciare la grave concorrenza che subiscono giornalmente centinaia di ristoratori da soggetti che sono esentati da tasse, tributi e da controlli”.

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