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Rapporto Agromafie della Flai Cgil, maglia nera alla provincia di Latina

L'Osservatorio "Placido Rizzotto" mette in evidenza sfruttamento e condizioni di lavoro disagiate

cgil1LATINA – Riduzione in schiavitù, truffa e inganno per salari non pagati così come per contratti di lavoro inevasi, caporalato, permessi di soggiorno falsi, sofisticazioni alimentari. Una fotografia impietosa quella emersa dal rapporto sulle Agromafie e caporalato della Flai Cgil, a cura dell’Osservatorio «Placido Rizzotto», relativo allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.

La maglia nera nel Lazio spetta proprio alla  provincia di Latina. Stando al rapporto, infatti, i giudizi sulle condizioni di lavoro sono di due tipi: indecenti e gravemente sfruttate. Il primo giudizio corrisponde alle condizioni che si riscontrano ad Aprilia e a Cisterna, mentre il secondo nei distretti più meridionali: Fondi, Gaeta, Sabaudia e Terracina. I giudizi negativi sui distretti meridionali della provincia di Latina riguardano soprattutto quelli di Terracina e Sabaudia.

In queste aree sono emerse modalità di lavoro particolarmente disagiate e dure. Stando al rapporto della Flai Cgil nella provincia di Latina le aree di maggior afflusso di manodopera straniera sono quelle costiere. Qui la produzione agricola si estende per circa 10 mesi all’anno. Questo fa della zona di Latina uno dei centri agricoli regionali più significativi e pertanto uno dei centri attrattivi di manodopera stagionale. Nelle aree comprese tra Aprilia e Fondi, con un raggio interno che arriva fino ai Monti Lepini, comprendendo Sezze e Cisterna, si aggregano lavoratori stranieri per soddisfare la domanda di lavoro agricolo particolarmente dinamica.

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