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il rapporto mal'aria 2019

Latina, città non inquinata, finalmente una buona notizia. Realacci: “E’ il segno che ci sono politiche in movimento”

Gli sforamenti di Pm10 e ozono nel capoluogo non hanno superato i limiti di legge

LATINA – “Com’ è noto la qualità dell’aria negli ambienti urbani è tra le maggiori criticità: elevate concentrazioni di sostanze inquinanti sono misurate nei mesi invernali (materiale particolato) e durante i mesi estivi (ozono), con conseguenze ormai ben note a livello sanitario”.  Lo dice il Rapporto Mal’aria 2019 di Legambiente dedicato alla qualità dell’aria che respiriamo. Qualità che, a Latina, non è affatto male. Per una volta, infatti, il capoluogo pontino appare nella parte migliore della classifica: molto male Roma e Frosinone, e gli sforamenti sono troppi anche Rieti. Ma Latina no. “Entro i limiti le giornate di superamento sia di ozono che di PM10 a Latina e Viterbo”, sentenziano le centraline.

Così, per una volta, invece di scrivere la brutta notizia, scriviamo con sollievo quella buona, nella consapevolezza che ancora molto c’è da fare, soprattutto in politiche attive e cambiamento degli stili di vita. Legambiente ne indica alcune e tra queste, quelle azioni che consentano di praticare forme di mobilità alternativa: di camminare di più (magari in sicurezza su marciapiedi non pseudo-bombardati), usare di più i mezzi pubblici, rendere la città bike friendly realizzando infrastrutture per la ciclomobilità. E ancora,  estendere le isole pedonali nei Comuni capoluogo, usare la sharing mobility elettrica.

Tralasciando la nota questione della ztl nel centro storico di Latina che alcuni vorrebbero vedere ampliata, ma che altri vorrebbero limitare al solo fine settimana, c’è da rilevare che i mezzi del nuovo servizio di trasporto pubblico a Latina sono di ultima generazione e quindi a basso impatto ambientale. A questi, nel giro di poco,  se ne dovrebbero aggiungere alcuni elettrici acquistati dall’Amministrazione come prevede il capitolato d’appalto. Quanto alla mobilità condivisa, Latina sta sperimentando un car sharing solo elettrico (oggi in flessione dopo un boom iniziale). Poco invece è stato fatto sul fronte della ciclopedonaliltà.

Solo 7 sforamenti in un anno sono una buona notizia, che non deve però farci mettere a sedere, visto che dall’inizio del 2019 gli sforamenti sono stati già due e non siamo nemmeno a fine gennaio. Abbiamo chiesto un parere a Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e presidente di Symbola, la fondazione per le qualità italiane. “Certamente si può fare di più, ma la posizione di Latina è indice che ci sono politiche in movimento. Quando si mettono insieme buone politiche, innovazione tecnologica e cittadini che cambiano stili di vita, si possono raggiunge obiettivi molto importanti”.

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IL QUADRO GENERALE – Tornando alla classifica, per avere un termine di paragone, oltre che il quadro generale della situazione, nel 2018 sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono (35 giorni per il Pm10 e 25 per l’ozono) in ben 55 capoluoghi di provincia e Latina non c’è. In 24 dei 55 capoluoghi il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi nell’anno. Capofila delle città che nel 2018 hanno registrato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia con 150 giorni. Tutte le città capoluogo di provincia dell’area padana (ad eccezione di Cuneo, Novara, Verbania e Belluno) hanno superato almeno uno dei due limiti. La prima città non ubicata nella pianura padana è Frosinone, nel Lazio, con 116 giorni di superamento (83 per il Pm10 e 33 per l’ozono).

I VALORI MEDI DI PM10 – Nella tabella della media dei valori medi annuali di PM10 (μg/mc) registrati dalle centraline urbane nel 2017 tra i 42 della più inquinata, Avellino, e i 14,3 dell’aria più sana di Enna, Latina si trova a 23 aiutata di certo dalla brezza marina.

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