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in tribunale

Processo Alba Pontina, a Latina parla il pentito Renato Pugliese

Le estorsioni, il clan Di Silvio e i rapporti con la politica al centro dell'interrogatorio della pm Luigia Spinelli

LATINA  – Testimonianza chiave in Tribunale a Latina nel processo Alba Pontina che vede sul banco degli imputati i membri del clan Di Silvio che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario. E’ stato ascoltato il pentito Renato Pugliese, figlio di Costantino Di Silvio detto Cha Cha, diventato collaboratore di giustizia nel 2017 che ha risposto alle domande della pm Luiga Spinelli del pool Antimafia di Roma. Pugliese ha ricostruito il ruolo avuto nell’organizzazione criminale, ha spiegato come funzionava e quali sono stati i rapporti con la politica pontina confermando quanto già dichiarato in precedenza ai magistrati che lo hanno ammesso al programma di protezione.

Il pentito era collegato in videoconferenza dalla località protetta nella quale si trova, di spalle, seduto ad un tavolo e ha parlato per oltre due ore, senza lesinare dettagli. A cominciare dalla decisione con l’amico di sempre Agostino Riccardo anche lui oggi pentito, di buttarsi sulle estorsioni e sulla politica: “Ci siamo presi in mano la politica  sia a Latina che a Terracina – ha raccontato – e gli altri non hanno detto nulla perché avevano paura di Armando”.  Il pentito ha fatto espressamente i nomi di Gina Cetrone e della sua lista Civica “Si cambia” a Terracina e di “Noi con Salvini” a Latina. “Per l’affissione di 30mila manifesti prendevamo 20mila euro e l’80% degli spazi era nostro, nessuno si azzardava a toccarli”, ha spiegato. L’audizione di Pugliese non è terminata. Nuovo round il 10 dicembre.

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