LATINA – A qualche giorno di distanza dalla presentazione ufficiale delle nuove tecnologie arrivate in dotazione all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina grazie ad una generosa donazione della Fondazione Sanità e Ricerca e ai lavori finanziati dalla Regione Lazio ed eseguiti in soli 9 mesi all’interno dell’ospedale, abbiamo deciso di approfondire la questione per capire meglio quanto la sanità pontina crescerà grazie queste apparecchiature e come l’utenza ne beneficerà. Quali sono le potenzialità e se sono già stati calcolati gli effetti eventuali anche di natura pratica, per esempio sul tipo di interventi effettuabili, e sulle liste di attesa.
Si tratta – lo ricordiamo nelle linee essenziali – di una sala operatoria ibrida fornita di un angiografo rotante a bassa emissione di radiazioni e di un navigatore; di una Tac Force (che, grazie ad una elevata velocità di scansione consente esami del cuore battente e di pazienti pediatrici diminuendo fino ad un quinto la dose standard di radiazioni); la Pet Tc (la prima con sistema ibrido installata in Italia e la terza in Europa, capace di localizzare anatomicamente con la TC, e metabolicamente con la PET, lesioni talvolta non rilevabili dalle stesse metodologie applicate separatamente), oltre all’ecografo Sequoia (in grado di “vedere” in profondità fino a 40 centimetri e particolarmente adatta per i pazienti di grandi dimensioni).
Un giro che cominciamo oggi dal direttore sanitario dell’ospedale Sergio Parrocchia facendoci spiegare prima di tutto dove si trovano fisicamente queste novità e quali sono le specializzazioni su cui impatteranno maggiormente.