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ospedale ad alta tecnologia

Inaugurata al Goretti la Sala Ibrida: è la prima pubblica del Lazio. In funzione Tac Pet e Force

Coletta: "Grazie alla Fondazione Sanità e Ricerca". Casati: "Salto nel futuro"

LATINA –  Al Goretti sono terminati i lavori di costruzione della Sala Ibrida, la prima in un ospedale pubblico del Lazio. Fino ad un anno fa non era nemmeno immaginabile. Sono anche installate e operative la Pet Tc, l’ecografo Sequoia e la Tac Force: tre strumenti ad alta diagnostica. “L’ospedale di Latina diventa così uno degli ospedali a più elevato tasso tecnologico del Paese e si rilancia nel mercato competitivo della sanità sia a livello regionale che nazionale.  Nessuno poteva immaginare un balzo nel futuro come questo”, commenta il direttore generale Giorgio Casati che ha presentato questa mattina le dotazioni donate dalla Fondazione Sanità e Ricerca dopo la rimodulazione del progetto di Alta Diagnostica.

La data non è stata scelta a caso, così ha voluto il sindaco di Latina Damiano Coletta, regista dell’operazione, per sottolineare che da oggi, giorno dell’87° compleanno della città, queste tecnologie sono a disposizione di tutti i cittadini e dell’intera comunità perché si trovano in una struttura pubblica: “Abbiamo cercato la soluzione migliore per la collettività e questo è un progetto al rialzo”, ha rivendicato, ringraziando il vicepresidente della Fondazione Sanità e Ricerca Sebastiano Fidotti: “Grazie per aver messo a disposizione perseveranza e pazienza, con lui ci siamo fatti centinaia di telefonate alla ricerca di soluzioni. E’ stato alla fine un bel gioco di squadra e spero che tutta la comunità pontina ne sarà essere orgogliosa”. Della squadra fa ovviamente parte integrante l’Università Sapienza rappresentata dal preside del Corso di Laurea in Medicina, Carlo della Rocca.

Non un centro di alta diagnostica, ma un ospedale ad alta tecnologia  – è stato spiegato  – e le apparecchiature non sono state scelte a caso, ma potenziano eccellenze già esistenti all’interno del nosocomio di Latina: la cardiologia, la radiologia interventistica, la medicina nucleare e la chirurgia vascolare.

“I pazienti conquisteranno capacità di diagnosi più accurate con minori dosi radianti nel corso degli accertamenti, la possibilità di fare tac a cuore battente con immagini al altissima risoluzione, senza dover utilizzare farmaci o altre tecniche per rallentare il battito cardiaco. Per quanto riguarda la sala ibrida – spiega poi Casati – la possibilità di fare interventi in sequenza, durante la seduta operatoria, con specialisti diversi, senza dover organizzare come avviene oggi più interventi in momenti diversi”.

La sala ibrida ospiterà il primo intervento a fine gennaio. Le altre apparecchiature sono già in funzione.

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