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La spiaggia sommersa: tra Latina e Sabaudia mappati 8 tipi di barre sabbiose sottomarine

Sergio Cappucci di Enea illustra uno studio compiuto con Ispra, Cnr e Iuss

LATINA – Si completa lo studio che ha portato un team multidisciplinare di ricercatori di ENEA, ISPRA, CNR e IUSS su un tratto del litorale del Parco Nazionale del Circeo tra Latina e Sabaudia, per mettere a punto tecnologie innovative di osservazione  che serviranno a studiare spiagge e fondali marini nell’ottica di mitigare gli effetti dell’erosione costiera e aumentare la capacità ricettiva delle spiagge “mangiate” dal mare. Prima l’osservazione e la raccolta di dati sul sistema dunale, ora sul tratto sommerso dove sono state osservate “le riserve” costituite dalle  barre sabbiose: una vera e propria spiaggia che prima era emersa e oggi è coperta dalle acque, depositata sul fondale marino e visibile agli studiosi.

Il ricercatore di Latina dell‘Enea Sergio Cappucci insieme con Lorenzo Rossi e Iolanda Lisi di ISPRA, Emiliana Valentini del CNR, Andrea Taramelli dell’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia (IUSS) si sono serviti di una metodologia nuova che combina “tecniche di telerilevamento con sensori aerei ad alta risoluzione (LiDAR – Light Detection and Ranging) e misure in situ per la calibrazione e la verifica dei dati acquisiti” e hanno così potuto esplorare il fondale fino a 18 metri di profondità individuando dove sono presenti le barre di sabbia che possono “alimentare la spiaggia emersa e mitigare gli effetti dell’erosione costiera, con una significativa ricaduta applicativa per l’economia del mare. Inoltre, grazie a queste tecnologie, possono essere valutate e monitorate l’efficacia e la sostenibilità di queste strategie di intervento”, ha spiegato su Radio Immagine Sergio Cappucci, del laboratorio Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico di Enea, illustrando anche alcuni dati sugli effetti dell’erosione a livello locale.

“Abbiamo individuato 8 diversi tipi di barre sabbiose, diverse per granulometria della sabbia e perché esposte a correnti che si formano lungo la riva e a un moto ondoso incidente lungo la costa che è diverso. Visto che l’Italia è un Paese particolarmente esposto ai cambiamenti climatici, questa applicazione è importante, anche per sostenere la Blu Economy. Inoltre, queste barre sommerse vicino la costa, possono costituire una piccola riserva che stagionalmente può essere sfruttata in alcune parti del nostro territorio (per ripristinare la spiaggia)”.

 

 

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