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l'accesso da una botola

Formia, scoperto un covo-bunker in un’abitazione riconducibile al boss Bardellino

La perquisizione eseguita da polizia e carabinieri nell’ambito delle indagini per il tentato omicidio di Gustavo Bardellino 

FORMIA – La scoperta di un covo-bunker sotto il pavimento di un’abitazione riconducibile ad Antonio Bardellino al Villaggio del Sole di Formia riapre il giallo sulla morte del boss dei Casalesi ufficialmente ucciso in Brasile nel 1988 per mano di Mario Iovine. Il corpo però non fu mai ritrovato e ora gli inquirenti delle Dda di Napoli e Roma che indagano sui fatti di camorra, ipotizzano che il boss sia vivo o comunque lo sia rimasto a lungo.

Quello che è accaduto mercoledì all’alba sul territorio della provincia di Latina, nel Sud Pontino, nella città dove i Bardellino si sono stabiliti intessendo relazioni e facendo affari, è stata la scoperta di un locale angusto, sotterraneo, dove  si potrebbe essere nascosto proprio il noto esponente del clan dei Casalesi Antonio Bardellino. L’abitazione, pur essendo passata di mano più volte dopo la sua presunta uccisione, è considerata riferibile a lui.

Il nascondiglio trovato era dotato di una piccola panca e di una luce e vi si accedeva tramite una botola. Nel locale in Viale dei Pini, gli investigatori sono entrati nel corso delle indagini sul tentato omicidio di Gustavo Bardellino nipote del boss avvenuto a febbraio della scorso anno in una concessionaria di auto di Formia. E’ qui che sono entrati la Squadra Mobile di Latina e gli agenti del commissariato di Gaeta, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e della Compagnia di Formia e  il ROS che è incaricato di svolgere i rilievi sulle eventuali tracce rimaste del piccolo vano sotterraneo alto 170 cm.

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