LATINA – Il pronto soccorso dell’ospedale santa Maria Goretti di Latina è tra quelli più bersagliati con medici, infermieri, operatori del triage e ausiliari, spesso vittime di aggressioni verbali, e qualche volta fisiche. Ed è bene subito sgombrare il campo da equivoci: non si può, di fronte all’oggettiva carenza di spazi fisici, di personale, spesso di comunicazione fra interno ed esterno, fattori che certamente non contribuiscono a stabilire un clima sereno con l’utenza, considerare giustificati comportamenti violenti. Eppure accade sempre più spesso.
Per questa ragione, oggi, il posto di polizia presente al Goretti ha traslocato. Pur restando a disposizione degli operatori della Questura anche l’ufficio che da molti anni si trova all’ingresso dell’ospedale, di fronte al deteriorarsi della situazione, la Asl, in accordo con la Prefettura e con la Questura, ha deciso per il trasferimento fisico del servizio. “L’impatto che le aggressioni continue hanno sul personale – ha detto la manager Cavalli – sono molto forti e siamo impegnati in prima persona nella difesa degli operatori, mettendo in campo vari strumenti”.
“L’azienda ci è molto vicina – conferma Rita Dal Piaz, direttrice della Uoc di Pronto Soccorso dove si opera in regime di costante sovraffollamento – Ma quello che abbiamo notato è che negli ultimi anni c’è stato un cambio di atteggiamento non tanto da parte dei pazienti, ma da parte dei parenti e non in relazione al risultato che spesso ci è riconosciuto, ma alla gestione. Si arriva qui con il pregiudizio, pensando che il paziente non sarà seguito, ma non è così. Al contrario il paziente è al centro del nostro lavoro”, dice la primaria lodando l’iniziativa del posto di polizia che però resta – aggiunge – solo una parte della soluzione. “Non è normale che una persona che sta lavorando sia aggredita, da noi invece stava diventando l’ordinario”.