LATINA – Volontari all’opera in Parco Susetta Guerrini. Sono i cittadini attivi del patto di collaborazione Gli Alberi di Nascosa guidati dal referente Bruno Fontanarosa che, “armati” di taniche e carrello, hanno cominciato le operazioni di innaffiatura della nuove piante con molto anticipo rispetto al passato per evitare di vederle morire.
“La crisi climatica – spiega Fontanarosa – evidenzia i suoi effetti negativi sui giovani alberi messi a dimora. In questi giorni le temperature hanno raggiunto valori che “una volta” si raggiungevano nel mese di giugno, un anticipo di due mesi”.
In effetti sono bastate poche giornate, a 26-30 gradi centigradi, seguite ad un inverno siccitoso e le piante di lentisco e di corbezzolo hanno cominciato a soffrire. Per questo, il 15 aprile i volontari si sono dedicati a dare da bere agli alberi da loro messi a dimora negli ultimi tre anni.
“Il rischio maggiore riguarda i trapianti effettuati a novembre in occasione della Festa dell’Albero – aggiunge il responsabile del Patto – Le piante messe a dimora hanno affrontato l’inverno in fase di riposo vegetativo. L’allungamento delle giornate e l’innalzamento delle temperature hanno determinato la ripresa vegetativa primaverile. E’ una fase delicata in cui l’acqua non deve mancare nel pane di terra in cui le radici sono ancora concentrate; l’apparato radicale comincia a espandersi ed esplorare il terreno circostante per assorbire acqua e elementi nutritivi necessari al rapido sviluppo della parte aerea”.
“Se manca acqua in questa fase – aggiunge Fontanarosa – i giovani germogli che si sviluppano dalle nuove gemme rischiano di dissecarsi. Purtroppo il caldo di questi giorni ha determinato danni, come evidenziato dalle foto delle piante sofferenti raffrontate a piante in buona salute. I volontari, attenti custodi degli Alberi di Nascosa, sono prontamente intervenuti con la prima irrigazione di questo ciclo primaverile estivo”.
Fontanarosa sottolinea che è fondamentale piantare alberi per contrastare la crisi climatica, ma occorre seguire per almeno tre anni le piante messe a dimora, con annaffiature costanti e cure colturali.