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l'impugnativa

Ricorso al Tar contro il commissariamento del Parco Nazionale del Circeo

L'ex presidente Marzano: "Creati con l'inerzia delle nomine i presupposti del commissariamento"

SABAUDIA –  E’ stato presentato il ricorso al TAR contro il decreto di commissariamento del Parco Nazionale del Circeo firmato dal Ministro Pichetto Fratin.  Lo ha presentato l’ultimo presidente dell’ente Giuseppe Marzano, che dal giorno della sua nomina si era sempre battuto perché il Ministro interrompesse l’impasse e nominasse il direttore dell’Ente, consentendo la ripresa piena delle attività. Il direttore è stato invece nominato dopo il commissariamento del Parco.

“Con i miei legali  – spiega ora Marzano – abbiamo deciso di proporre anche l’istanza di sospensiva dell’efficacia dell’Atto. Ottenere la sospensiva potrebbe essere complicato in quanto, di solito, si concede solo in caso di situazioni eclatanti. Anche se quello che è accaduto è effettivamente, a mio giudizio, molto grave. Il Ministro, nell’emanare l’atto, si è basato sulle criticità emerse a seguito di un’ispezione del Ministero delle Economie e Finanze (MEF), effettuate dopo pochi mesi dal mio insediamento, e relative a periodi antecedenti, quindi, fuori dalla mia competenza. Molte criticità erano comunque afferibili ad atti di gestione e per questo di competenza del Direttore in carica nel periodo indagato e non del Presidente e del Consiglio direttivo. Ad esempio, si fa riferimento ad un consistente importo attribuito ad un dipendente per aver svolto mansioni superiori fino al 2016, con sentenza del tribunale di Latina del 2018 (mi sono insediato nel 2021 e il Consiglio direttivo nel 2020). Un altro esempio riguarda il fatto di non aver nominato la giunta esecutiva. A parte il fatto che la legge 394/91 non obbliga a farlo. Tra l’altro, non potevamo nominare tale organo in quanto al Consiglio direttivo mancavano tre membri della Comunità del Parco che, sempre il Ministro, non nominava da un anno e mezzo (anche questa una strana coincidenza). Questi sono solo due esempi, ma le altre criticità sulle quali hanno basato il commissariamento sono tutte simili”.

Marzano aggiunge: “Il Ministero, su alcuni punti, ci chiedeva di porre rimedio agli errori e alle mancanze del passato. Su varie questioni siamo intervenuti, per altre, a causa dell’assenza del Direttore, non si è potuto procedere. Il direttore non è stato nominato per 14 mesi fino al commissariamento (per altri Parchi nazionali che avevano proposto la terna di nominativi per l’individuazione del Direttore, dopo di noi, la nomina da parte del Ministro era stata fatta in pochi mesi). A ben guardare, sembrerebbe che, nel nostro caso, il Direttore non venne nominato per evitare che risolvessimo tutte le criticità segnalate e creando, di fatto, i presupposti per il commissariamento. La conferma di ciò potrebbe essere dimostrata dal fatto che, dopo poche settimane dall’insediamento del commissario, il Direttore è stato nominato scegliendolo, tra l’altro, nella terna di nominativi da noi proposta (costituita da tre validi professionisti individuati sulla base di una meticolosa selezione), confermando la correttezza del lavoro svolto. L’arrivo del nuovo Direttore consentirà di avviare i tanti progetti per i quali erano stati ottenuti finanziamenti nel periodo di attività del sottoscritto, come ad esempio i circa 3 milioni di euro per il consolidamento della duna e gli 800 mila euro per il progetto PTTR per le boe galleggianti e molti altri interventi. Si potranno portare a termine le varie procedure già avviate, come la convenzione per la ristrutturazione del Faro di Zannone e quella con l’Agenzia del Demanio per il recupero del Borgo di Fogliano“.

Proprio ieri il tavolo coordinato dal Prefetto di Latina Maurizio Falco, ha messo uno di fronte l’altro tutti gli enti che hanno competenze sul Faro di Zannone perché il progetto possa decollare e portare alla fruizione del bene.

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