LATINA – “Abbiamo contestato la soluzione indicata dal Governo in tutte le sedi, ora aspettiamo il piano di riorganizzazione”. La chiusura della sezione di Latina del Tar è stata uno dei punti centrali della relazione del neo presidente Carlo Taglienti che questa mattina nella sede di Via Doria ha aperto ufficialmente l’anno giudiziario 2015. Sottolineando che le ragioni per le quali il Tar di Latina è stato istituito, ovvero decongestionare la sede di Roma (quando quest’ultima ha avuto in carico competenze funzionali sugli atti statali e degli enti pubblici a carattere ultra-regionale) Taglienti ha spiegato che quelle ragioni non solo restano valide, ma oggi sono aumentate, aggiungendo che l’esiguità delle spese di mantenimento della sezione di Latina (48mila euro l’anno) non giustificano un trasferimento che costerebbe più del doppio (circa 120 mila euro più le spese di stoccaggio di mobili e arredi). ascolta
“Il carico di lavoro della sezione risulta superiore a quello di molti tribunali e di poco inferiore al carico di lavoro di una (delle 12 sezioni) del Tar Lazio sede di Roma – spiega nella sua relazione Taglienti – Può ritenersi dimostrato che sotto il profilo della collocazione geografica, la sede di Latina offre una utile soluzione giudiziaria, raccogliendo il contenzioso localizzato in una zona omogenea e popolosa della Regione Lazio. Sotto il profilo del carico di lavoro offre un significativo decongestionamento della sede di Roma; sotto quello dell’organizzazione e in particolare della spesa, considerata la gratuità d’uso dei locali, va valutato il limitato impegno. C’è poi la questione dell’autonomia finanziaria e organizzativa della giustizia amministrativa. Il Governo se avesse voluto risparmiare avrebbe dovuto tagliare il fondo che eroga ogni anno per quelle spese che è il nostro organo di autogoverno a decidere come impiegare per disciplinare l’organizzazione, il funzionamento e la gestione delle spese. Dovendo fare dei risparmi, il Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa certamente non avrebbe certamente chiuso la sede”.