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La Tipografia Ferrazza diventa museo

Giannini: "Le collezioni di mio padre troveranno una casa"

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LATINA – Mille metri quadrati nel cuore della città, strappati a chi ne voleva fare l’ennesimo supermercato. Un immobile industriale abbandonato da oltre vent’anni che torna a vivere in nome dell’arte: museo, laboratorio didattico e creativo, auditorium, biblioteca e nel sogno dei suoi realizzatori anche spazio espositivo-rifugio per artisti.

E’ l’ex stabilimento Tipografico Ferrazza, edificio del 1954, in via Oberdan a pochi passi da piazza Roma, il Comune e piazza del Popolo. In parte dimenticato, dai più giovani addirittura sconosciuto, “lo studio tipografico per molti è stato un importante punto di riferimento a Latina, un luogo che senza essere stravolto ma rispettandone la forma originaria – spiega Luigi Ferdinando Giannini, insegnante, promotore dell’iniziativa e figlio del collezionista pontino Carlo Giannini – continuerà la sua funzione divulgativa, non più attraverso la stampa, ma come spazio espositivo a disposizione della città. Un punto di incontro, di scambio e confronto di idee, che vuole testimoniare il passato guardando anche al futuro”.

“Un progetto pensato per la città e inserito nella città che vuole parlare a tutti”. All’interno del museo troveranno “casa” le collezioni di Carlo Giannini che spaziano su più settori ma tutte accomunate dalla passione per la meccanica. Dalle macchine d’epoca, tra cui un vero e proprio gioiello, l’unico esemplare al mondo di Fiat 1500 carrozzata Pinifarina degli anni Trenta, alle lanterne magiche fino alla macchina da presa di “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore. Carlo Giannini, 80 anni, è stato e continua ad essere un punto di riferimento per gli appassionati del motorismo storico italiano. “L’idea del museo – spiega infatti, il figlio Luigi Ferdinando Giannini – nasce proprio per accogliere gli oggetti collezionati da mio padre da tutta una vita. Nello spazio ancora in divenire vogliamo realizzare un percorso in grado di valorizzare ed esaltare gli oggetti per come sono stati conservati e restaurati. Alcuni di essi sono vere e proprie rarità. Nello stesso tempo vogliamo coinvolgere il visitatore, trasmettere sensazioni ed emozioni. Raccontare storie”.

Ce ne parla Luigi Ferdinando Giannini:

il museo

Un progetto ambizioso cominciato quasi un anno fa, con l’acquisizione dell’immobile da parte di Giannini dalle sorelle Ferrazza e l’ok da parte del Comune per il cambio di destinazione d’uso in servizi generali ad uso privato. Sono cominciati così i lavori, dalla messa in sicurezza all’illuminazione, dall’asportazione di materiale di risulta alle riparazioni delle perdite d’acqua. Fino all’inaugurazione alcuni giorni fa della III Biennale di Arte Contemporanea Città di Latina – Premio Sergio Ban, organizzata dall’artista pontina Giuliana Bocconcello dell’Associazione di Promozione Sociale Solidarte, con 82 opere di 82 artisti, per un totale di ben 2624 pezzi che hanno formato un lungo tappeto artistico negli spazi appena ristrutturati. Un accostamento, quello tra le opere d’arte nel vasto stabile industriale, ben riuscito e che lascia intravedere grandi potenzialità. Gli architetti Enrico Giammatteo e Massimo Bellardini incaricati della progettazione del museo hanno previsto tra le altre cose una serigrafia della cartina della città di Latina su una porzione di pavimentazione e ampie vetrate. Lo spazio espositivo comprenderà anche l’altro immobile adiacente sempre appartenuto ai Ferrazza. ”Intendiamo – spiega Giannini – conservare l’aspetto visivo originale dello stabile, all’interno saranno realizzate delle divisioni. Opere che comunque non impattano sull’edificio”.

il progetto

Sulla conversione d’uso di strutture del genere in spazi aperti al pubblico con valenza culturale, la posizione di Giannini è chiara: “Penso che ce ne dovrebbero essere molte di più, c’è tanta voglia di fare, comunicare, rendere fruibili spazi abbandonati in disuso significa fare azioni recupero e ridare anima a una città che ha molte potenzialità ma non il posto dove esprimersi”.

la riconversione

Le collezioni
Automobili, velocipedi, cine-proiettori, libri antichi, francobolli, apparecchi per la chirurgia. “Il collezionismo di una vita – continua il figlio di Carlo Giannini – diversificato ma legato a scelte precise: mio padre in ogni oggetto ha trovato l’anima, ad alcuni pezzi attraverso un restauro meticoloso ha ridato vita. Oggetti che sarebbero andati distrutti, persi per sempre, potranno a breve tornare a testimoniare il passato”. L’esposizione prevede la ricostruzione di una vecchia officina di fine ‘800, dal motore a vapore al motore a scoppio; un’officina dei primi del 900 intesa come il laboratorio creativo dell’artista (mio padre)”.

le collezioni

La fruizione
Le strutture saranno due, lo spazio avrà all’interno un punto ristoro e un book shop proprio per coniugare l’aspetto culturale alla sostenibilità del progetto. Si tratta, infatti, di un’iniziativa privata senza nessun sostegno.

la fruizione

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