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La società sarà sciolta a fine anno

Consiglio fiume per decidere il futuro della Latina Ambiente

Fi e Pd puntano alla sfiducia del primo cittadino il 18 maggio. Di Giorgi: "A rischio il lavoro di 300 dipendenti"

Di giorgi giuramentoLATINA – E’ andato avanti fino a tarda notte il consiglio comunale a Latina per decidere le sorti della Latina Ambiente. La società partecipata sarà sciolta a fine anno quando scadrà il contratto. Ieri i dipendenti della Latina Ambiente hanno protestato con i camion in piazza gridando lo slogan “Noi non siamo di Fondi” con un chiaro riferimento al senatore Claudio Fazzone, leader di Forza Italia e mostrando forte sostegno al primo cittadino. Sarebbero circa trecento i dipendenti a rischio occupazionale, intanto Forza Italia e Pd puntano alla sfiducia del primo cittadino il prossimo 18 maggio.

Un consiglio lungo e difficile durante il quale non sono mancati momenti di tensione che hanno richiesto la presenza degli agenti Digos e dei carabinieri, fortemente amareggiato il sindaco Di Giorgi, “a rischio il posto di lavoro di molti cittadini – ha detto – c’è chi si deve prendere questa responsabilità”.

ASCOLTA il commento del sindaco Di Giorgi:

Il consiglio ha votato a maggioranza una mozione unica  frutto delle proposte del Partito Democratico, Forza Italia e Insieme per Latina firmata dai 10 consiglieri Pd, i 9 di Forza Italia e con il voto favorevole di Fabio Cirilli. La mozione chiedeva di mettere in liquidazione la società partecipata e avviare una gara europea per l’individuazione del soggetto che si occuperà del servizio raccolta e smaltimento rifiuti. L’opzione espressa dal sindaco, Ncd e indipendenti era invece di municipalizzare la società.

Per quanto riguarda i livelli occupazionali – spiega Nicoletta Zuliani, consigliere del Pd – “la normativa obbliga l’impresa che si aggiudicherà la gara ad assumere gli operai già in forza all’impresa cessante. Anzi, nella relazione dei dirigenti all’Ambiente e del settore Finanziario del Comune di Latina si legge che l’implementazione del “porta a porta” per una differenziata spinta richiederà di fatto un aumento della forza lavoro. Potrebbero invece essere a rischio i posti degli amministrativi e dei dirigenti della Latina Ambiente. Non potevamo che chiudere – conclude Zuliani –  l’esperienza di una società mista che ha “sprecato” risorse pubbliche, ha generato debiti, conti non chiari e non verificabili, e soprattutto non ha mai aumentato il livello di differenziata (da anni fermo al 32%), quando invece la Comunità Europea ci impone il 65%”.

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