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Avir, esposto degli ex dipendenti: “Rifiuti pericolosi e danni alla salute”. E nel sito ora si realizzano abitazioni

GAETA – Oltre cinquanta ex dipendenti della vetreria Avir attendono fiduciosi in questi giorni l’esito dell’esposto presentato il 4 agosto scorso ai Carabinieri di Gaeta nei confronti delle società Avir Spa e Gaim Srl e nei confronti del Comune di Gaeta per una serie di inadempienze inerenti al controllo dell’area.

“Più che di esposto si tratta di una vera e propria denuncia penale presentata dall’avvocato Fabio Maria Vellucci, con studio a Gaeta proprio nei pressi dell’ex fabbrica del vetro “incriminata”. Motivo: tutelare il diritto alla propria salute e alla salubrità dell’ambiente, requisiti che, secondo gli ex vetrai, evidentemente non erano stati sufficientemente rispettati dalla proprietà”. Lo scrive in una nota il coordinatore cittadino del Pdl Cristian Leccese.

“La decisione di adire le vie legali – aggiunge Leccese – benché a distanza di qualche decennio, è scaturita dal decesso di una decina di loro colleghi, dovuto a patologie legate ai materiali altamente tossici presenti nell’ambiente lavorativo e negli utensili del processo di lavorazione e produzione del vetro. Oltre all’amianto, i vetrai dichiarano di aver inalato anche boro, ossido di arsenico, di piombo e di rame, manganese, antimonio e grafite. Alcune componenti delle sostanze liquide – secondo quanto si legge nella denuncia – sono penetrate nel suolo di origine sabbiosa fino a travasarsi nelle falde acquifere presenti nella zona al punto da inquinarle”.

Per Leccese, considerata la pericolosità dei rifiuti in questione, l’Avir avrebbe dovuto svolgere le operazioni di bonifica. Inoltre, sul Palazzo Rosso, originariamente realizzato per ospitare gli alloggi degli operai della vetreria, sono state effettuate modifiche “strutturali e volumetriche”.

“Tali abusi – spiega l’avvocato Vellucci – sono oltremodo aggravati dal fatto che insistono su zona in massima parte ad uso industriale e non edilizio abitativo”. Le unità abitative ricavate dalla “ristrutturazione” del fabbricato rosso sono state vendute a privati. Il tutto, in contrasto con il progetto che la Gaim medesima aveva presentato al Comune di Gaeta nel 2008. Quel progetto non prevedeva costruzione di appartamenti ma un “intervento qualificato per la realizzazione di un auditorium, di uno spazio pubblico e di tanti parcheggi interrati”.

Dov’è finito questo progetto? Perché non è stato realizzato? Perché devono essere gli ex operai a dover pagare in prima persona il mancato rispetto delle leggi (bonifica dell’area) e di una trasformazione (realizzazione di civili abitazioni) che ritenuta illegittima? Una risposta a questi interrogativi potrebbe venire dal sindaco Raimondi. Intanto gli ex vetrai aspettano una risposta dal magistrato penale che, auspicano, faccia finalmente luce su una vicenda che si è trascinata per decenni e che ha visto solo e sempre soccombere i più deboli.

Anche il coordinatore cittadino del Pdl Cristian Leccese chiede che “il sindaco intervenga al più presto su una vicenda che presenta molte ombre”. “Noi – aggiunge – ribadiamo che siamo per la riqualificazione dei 24mila ettari dell’area ex Avir ma vogliamo che l’interesse pubblico prevalga sulle speculazioni edilizie che privilegiano pochi a discapito della collettività; vogliamo che quell’area diventi un polo di sviluppo e di crescita sociale, commerciale, turistica e culturale”

 

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