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Acqua all’arsenico, per Sel serve pratica risarcitorie

LATINA – L’area nord della nostra provincia,  da metà dicembre, è in stato di emergenza per la presenza di arsenico nell’acqua potabile. La presenza dell’arsenico e di altri metalli nell’acqua potabile del Lazio è un problema comparso da circa dieci anni,  nel frattempo le regioni italiane si sono avvalse delle deroghe concesse dalla Ue, che lo scorso novembre ha detto basta, ha chiuso i rubinetti di 128 comuni italiani.
Nel frattempo  la giunta di Renata Polverini ha tolto dal bilancio oltre 40 milioni di euro programmati dalla precedente giunta di centrosinistra per il risanamento idrico sanitario del Lazio. Dalla Regione ci saremmo aspettati provvedimenti urgenti, soluzioni concrete a garanzia della salute pubblica,  piuttosto che la richiesta di ulteriori deroghe al limiti fissati per legge.
Sull’arsenico nell’acqua, è finora mancata un’adeguata informazione da parte delle istituzioni. Crediamo sia doveroso informare con correttezza i cittadini. Spetta agli organi competenti e alle amministrazioni locali fare chiarezza e individuare le eventuali responsabilità sulla mancata informazione dei cittadini, sul rischio per la salute causato dal consumo per lunghi periodi di acque potabili contenenti concentrazioni di arsenico fuori norma (considerando che l’arsenico risulta essere cancerogeno).
A questo punto vanno anche prese in considerazione pratiche risarcitorie a tutela degli utenti consumatori che per anni hanno ingiustamente pagato bollette salatissime in cambio di un bene “acqua” che non possono utilizzare a fini alimentari.
Ci chiediamo infine quali benefici abbia prodotto l’affidamento ad un soggetto privato la gestione di un bene fondamentale per l’essere umano come l’acqua. Le amministrazioni locali, non opponendo ai livelli di arsenico,  il divieto all’uso di acqua per tutti gli utenti, grandi e bambini, accettano passivamente per buone le soluzioni, invece inefficaci e comunque tardive, di Acqualatina che  continua a fornire acqua con valori di arsenico oltre i limiti di 10 microgrammi per litro, mettendo a rischio la salute delle persone.
Anche per queste ragioni bisogna andare a votare i referendum contro la privatizzazione dell’acqua.
Sono ormai quasi 9 anni che esiste Acqualatina: i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Riceviamo e pubblichiamo da

coordinatore provinciale
Beniamino Gallinaro

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