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Ecosistema scuola 2011: Latina è al 41° posto in Italia

ROMA – Quasi una scuola su quattro (23%) necessita di interventi di manutenzione urgenti, il 58% ne ha avuti negli ultimi 5 anni ma più della metà (52%) sono stati realizzati tra il 1974 e il 1990 e solo il 15% negli ultimi venti anni. Nessuno è stato costruito secondo criteri di bioedilizia e soltanto il 23% secondo criteri antisismici. Ecco la fotografia di Ecosistema Scuola 2011 di Legambiente per i capoluoghi di Frosinone, Latina e Rieti del Lazio (Roma e Viterbo hanno fornito dati talmente incompleti da non entrare in classifica), l’indagine sullo stato di salute delle scuole d’infanzia primarie e secondarie di primo grado dove ogni giorno studiano 18.814 studenti in 152 edifici scolastici.

Si piazza bene nella classifica nazionale Frosinone (8° posto), che oltre a garantire il servizio di scuolabus a tutti gli edifici, si caratterizza per la somministrazione nelle mense scolastiche di pasti interamente biologici e investe ben 93mila Euro in media per gli interventi di manutenzione straordinaria per singolo edificio. Latina al 41° posto e Rieti al 71° posto della graduatoria delle scuole dell’infanzia secondo il livello di qualità dell’edilizia scolastica, completano le presenze nella classifica. In questi capoluoghi, solo un edificio su tre (37%) ha il certificato di prevenzione degli incendi, mentre nel 39% sono stati verificati casi accertati di presenza di amianto e il 38% degli edifici è in aree a rischio sismico dichiarato. Solo il 48% ha una palestra nell’edificio, ma l’87% ha un giardino. La spesa media per interventi di manutenzione straordinaria è di circa 35.000 euro, mentre per per quelli di manutenzione ordinaria la media è di 4.000 euro.

“ La scuola pubblica va aiutata e sostenuta, gli insegnanti con gli studenti e i genitori fanno sforzi educativi incredibili ma i continui tagli minano la possibilità di futuro, a partire dalla qualità degli edifici e dei servizi – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. Quest’anno i dati sulla situazione delle scuole del Lazio sono molto frammentati, Roma e Viterbo non riescono nemmeno a fornire quelli necessari per valutare il lavoro fatto, è un fatto grave che denota un’assenza di controllo su temi fondamentali per la vita dei cittadini. Nel contesto dei capoluoghi analizzati la situazione rimane piuttosto critica, un edificio su quattro continua ad aver bisogno di interventi urgenti di manutenzione ma gli investimenti sono ridotti”.

Una nota positiva riguarda proprio le certificazioni: la totalità degli edifici scolastici presenti a Frosinone, Rieti e Latina possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico-sanitaria, il 95% è dotato di impianti elettrici a norma, ma solo l’83% ha il certificato di idoneità statica e solo il 57% ha effettuato interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Cresce fino al 94%la raccolta differenziata della carta nelle scuole del Lazio, mentre le altre frazioni si praticano meno, la plastica nel 54% degli edifici, il vetro e l’alluminio nel 53%, l’organico nel 43%, toner e cartucce per stampanti solo al 5% ed infine le pile al 2%. Molto positivo l’utilizzo di fonti di illuminazione a basso consumo nel 68% degli edifici il 10% di energia da fonti rinnovabili. Per buone pratiche –investimenti in servizi e pratiche ecocompatibili– Frosinone si classifica al 21° posto, Latina al 43° e Rieti all’82° della classifica nazionale. Dalla classifica generale di Ecosistema Scuola 2011 di Legambiente risultano più virtuosi Prato (1°), seguito da Trento (2°), Parma (3°), Siena (4°), Biella (5°).

“ C’è molto da fare nel Lazio per rendere gli edifici scolastici più sicuri e sostenibili, va conclusa l’Anagrafe Scolastica che permetterebbe di avere un quadro completo, ma intanto bisogna anche smetterla con i continui tagli investendo sulla manutenzione degli edifici scolastici – dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. Chiediamo alle Province e alla Regione di realizzare con le Amministrazioni comunali un monitoraggio sui rischi derivanti da sostanze inquinanti quali amianto e radon nelle scuole, favorendo pratiche ecocompatibili che nelle scuole stanno già avanzando e potrebbero essere utili per eliminare ad esempio l’amianto sostituendolo con tetti fotovoltaici”.

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