ASCOLTA RADIO LUNA ASCOLTA RADIO IMMAGINE ASCOLTA RADIO LATINA  

INTEGRAZIONE CON IL TEATRO
In scena i pazienti di Salute Mentale

Gli attori al lavoro

LATINA – E’ tutto pronto per la commedia liberamente tratta da “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, interpretata dagli utenti del Centro Diurno e della Struttura Residenziale Psichiatrica Socio Riabilitativa Santa Fecitola, in scena mercoledì 13 luglio alle 18.30 al Teatro Ponchielli di Latina.

“Lo spettacolo  – si legge in un anota – rientra nel più ampio percorso di integrazione sociale e individuale portato avanti dal direttore del Dipartimento Salute Mentale della Asl di Latina, Lino Carfagna. Un progetto che dal 2004 utilizza il laboratorio teatrale come mezzo riabilitativo e dove il palco diventa lo strumento per sensibilizzare il mondo esterno e abbattere le paure che spesso si celano dietro le patologie psichiche”.

“Quella notte nel bosco” è il titolo dello spettacolo che coinvolge circa 25 pazienti psichiatrici nel ruolo di attori e assistenti, e che vedrà in scena anche ex utenti del Dipartimento di Salute Mentale, molti dei quali già reinseriti professionalmente nel territorio. La regia è di Dario Lavermicocca con la supervisione della dottoressa Maria Carfagna responsabile della Struttura Residenziale Psichiatrica Socio Riabilitativa Santa Fecitola, e la preziosa collaborazione delle attrici Donatella Galeotti e Rosanna Di Nunno, degli operatori sanitari, dei volontari e degli assistenti sociali del Dsm.

«Il teatro – spiega la dottoressa Carfagna – è un mezzo per avvicinarsi alla realtà dei pazienti psichiatrici, è un mezzo di integrazione vero. In passato è stato riconosciuto il valore di questi spettacoli non solo da un punto di vista terapeutico ma anche per le capacità attoriali dimostrate da molti pazienti. Dopo una pausa di due anni, questo spettacolo è il primo con una nuova compagnia, che vede molti utenti alla prima esperienza. In passato abbiamo portato gli spettacoli anche nelle scuole con l’obiettivo di sensibilizzare gli “altri” su queste patologie e permettere un concreto reinserimento nella società di questi pazienti. L’obiettivo – continua la dottoressa Carfagna – è infatti, quello di eliminare lo stigma, abbattere le barriere e la paura nei confronti del paziente psichiatrico, e allo stesso tempo puntare attraverso i laboratori teatrali e artistici al reinserimento lavorativo. Basti pensare che anche i costumi dello spettacolo per la prima volta sono stati ideati, disegnati e realizzati dai pazienti. Inoltre molti dei lavori artistici prodotti durante i laboratori, come mosaici e lavori di pittura, saranno esposti al pubblico dopo lo spettacolo nelle sale del teatro».

«E’ stata un’esperienza bellissima e molto forte lavorare con queste persone – racconta il giovane regista Dario Lavermicocca con una lunga esperienza alle spalle di clown terapia – Ci sono state situazioni difficili ma sono stati proprio loro ad aiutarmi, ad incoraggiarmi. Alla vigilia dello spettacolo la soddisfazione più grande è vederli recitare liberamente, ballare, cantare, osservare il loro impegno e vedere come il teatro abbia fatto di loro un gruppo solido e affiatato anche fuori dalle scene. Abbiamo utilizzato il gioco per familiarizzare con il teatro vero e proprio, con prove di testo che hanno permesso di individuare prima la storia, sospesa tra mondo onirico e reale, e in seguito i personaggi. Personaggi che in questo caso non dovevano proprio “calzare” nel senso di esaltare aspetti caratteriali già presenti nei pazienti ma permettere loro di sperimentare caratteristiche nuove, per alcuni ad esempio la forza, per altri la dolcezza».

Repliche dello spettacolo sono previste nell’ambito degli appuntamenti estivi a Villa Fogliano e in autunno al Teatro di Sezze.

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

In Alto