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La costa a sud di Capo Circeo
LATINA – Studieranno lo stato di salute del nostro mare e delle specie che lo abitano, sfruttando le proprietà dell’azoto e del carbonio, per scoprire quali sono le fonti inquinanti. E’ il succo del progetto-pilota Samobis (voluto dalla Provincia di Latina) che partirà a gennaio con i primi campionamenti effettuati nel mare antistante Capo Circeo. Nel giro di tre anni, la Provincia sarà messa in grado di sapere con certezza scientifica chi sono i responsabili del degrado della costa e del mare della Riviera d’Ulisse e prendere le decisioni più opportune per metterlo al sicuro.
LO STUDIO sarà condotto da esperti della Facoltà di Scienze Naturali della Sapienza, guidati dal professor Loreto Rossi, e dell’Arpa Latina che mapperanno l’ambiente per scoprire quanto si è modificato negli ultimi trent’anni; effettueranno campionamenti marini e analisi per verificare quali sono i tratti più problematici e quali le cause dell’inquinamento, risalendo, passo passo, fino alla fonte. Nessun pirata dell’ambiente potrà sfuggire all'”occhio” vigile dell’azoto. Gli esperti stimeranno anche la salute delle reti trofiche che influenzano la perdità della biodiversità, e strada facendo, forniranno ad alcuni studenti e dottorandi pontini scelti per partecipare allo studio, il now-how necessario perché possano anche in futuro proseguire le loro ricerche sul territorio.
Il progetto Samobis, che costerà due milioni e 150 mila euro circa (cofinanziato dagli enti partecipanti) non ci dirà nulla però, sull’evidentemente precario stato di salute della costa di Latina e tanto meno della zona della centrale nuclare di Sabotino. Per ragioni di budget, infatti, sarà realizzato dai laghi costieri del Parco Nazionale fino a Scauri.
L’assessore provinciale all’Ambiente Gerardo Stefanelli. ASCOLTA: audioStefanelli]
