ASCOLTA RADIO LUNA ASCOLTA RADIO IMMAGINE ASCOLTA RADIO LATINA  

OPERAZIONE ANTICAMORRA
A Formia il “mago” del riciclaggio
Gdf: “Così i clan evadono il fisco”

FORMIA – Una maxi operazione della Squadra Mobile di Firenze su un’organizzazione criminale di stampo camorristico radicata in Toscana ha portato all’emisione di misure cautelari nei confronti di sette persone, sequestrati beni per oltre 9 milioni di euro. E a Formia – secondo le indagini della Guardia Di Finanza – c’era la mente del riciclaggio.

 Le Fiamme Gialle hanno accertato 20 milioni di evasione fiscale in un arco di nove anni, scoprendo i complessi meccanismi ideati e messi in opera da un noto professionista del sud pontino attraverso la costituzione di società “cartiere” che emettevano fatture false a beneficio di società effettivamente operanti nel settore tessile che generavano fittizi crediti d’imposta impiegati poi per il pagamento dei tributi attraverso l’istituto della “compensazione”. Un meccanismo che permetteva dunque di svolgere una normale attività imprenditoriale “a costo zero”, ossia senza versare imposte, a danno dell’erario. Ogni società restava in vita media due/tre anni poi veniva messa in liquidazione e sostituita con un’altra identica, intestata a una “testa di legno”. I guadagni illeciti venivano poi reinvestiti nell’acquisto di autovetture di lusso e proprietà immobiliari in Toscana, Sardegna e Campania.

Le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze hanno fatto luce su organizzazione camorristica dedita all’acquisizione di società in crisi. Dopo l’offerta iniziale di aiuto, il clan assorbiva le aziende con violenze e minacce L’operazione interrompe – secondo gli inquirenti – l’attività criminale mafiosa di un gruppo capeggiato da campani legati ai noti clan di camorra Ligato, Russo e Bardellino.

NELL’OPERAZIONE della Squadra Mobile di Firenze 31 persone sono indagate. A conclusione della complessa ed articolata indagine della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile fiorentina la DDA dispone l’esecuzione di 7 misure cautelari emesse dal GIP di Firenze. L’operazione odierna interrompe l’attività criminale mafiosa di un gruppo capeggiato da campani legati ai noti clan di camorra Ligato, Russo e Bardellino. Sequestrati beni per oltre 9 milioni di euro.

“Estorsioni, tentate corruzioni, riciclaggi e reati societari posti in essere mediante il sistematico uso della forza e dell’intimidazione, sono solo alcuni dei reati contestati alle 31 persone indagate a vario titolo nell’ambito del procedimento per il quale il Tribunale di Firenze ha emesso l’ordinanza cautelare e i sequestri preventivi eseguiti oggi – si legge in una nota –  Le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze hanno fatto luce su una ben radicata associazione per delinquere principalmente dedita all’acquisizione di società in crisi. Queste losche manovre, che assicuravano agli appartenenti un elevato tenore di vita acquisendo proprietà regolarmente intestate a terzi, venivano finanziate con cospicui capitali prelevati di volta in volta da conti esteri.

Fori di proiettile sulle portiere delle macchine, minacce a mano armata fino ad intimidazioni messe in atto mostrando la pistola infilata nella cinta dei pantaloni, sono solo alcuni dei metodi adottati nel corso degli anni da questa associazione criminale insediata in Toscana dalla metà degli anni ’80. A dare il via alle indagini nell’ottobre del 2009 fu la testimonianza di un imprenditore che trovò il coraggio di denunciare alla polizia, un colpo d’arma da fuoco esploso sulla portiera della sua autovettura, da sicari riconducibili alle persone inquisite. Durante la deposizione emerse che l’uomo in affari, titolare di una ditta di giardinaggio di Castelfiorentino, proprio all’inizio del 2009 per fronteggiare un’improvvisa crisi finanziaria, accettò “l’aiuto” di un imprenditore campano, il principale indagato.

Ma col passare del tempo il denunciante si accorse che il nuovo socio lo stava di fatto estromettendo da tutte le attività della propria impresa con mirate manovre aziendali. A queste sono seguite minacce e sistematiche aggressioni mafiose fino allo spoglio completo dei beni immobiliari della società. Oltre ad una lunga serie di estorsioni, tra gli episodi contestati all’organizzazione criminale spiccano anche altre analoghe azioni in danno di aziende dislocate tra le province di Firenze, Pisa e Prato. Una in particolare era stata assorbita dal clan per gestire le corse automobilistiche di rally al quale il capoclan e il figlio partecipavano come semiprofessionisti”.

Questa mattina la Sezione Criminalità Organizzata della Mobile fiorentina ha eseguito i provvedimenti cautelari e i sequestri preventivi emessi dal Gip presso il Tribunale di Firenze Dr. Antonio Angelo Pezzuti, su richiesta del P.M. titolare delle indagini Dr. Pietro Suchan, nei confronti dei soggetti che, con ruoli diversi e ben definiti, sono ritenuti i principali membri dell’organizzazione.

 

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

In Alto