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ARRESTI AD AL KARAMA
Ion Fernando e il doppio ruolo
Il pizzo e le minacce ai rom

LATINA – E’ arrivata ieri, a conclusione di un’inchiesta-lampo, la svolta sulla vicenda del campo rom Al Karama a Borgo Bainsizza. Dieci giorni di indagini scattate dopo la denuncia presentata da una famiglia ospite del centro hanno fatto luce su un sistema di vessazioni consolidato nella struttura di proprietà della Regione Lazio, gestita dal Comune di Latina. Tutto fa capo  – secondo gli investigatori – al referente della comunità.

FERNANDO, IL CAPO – Lui si chiama Ion Hornea, ma chi lo ha incontrato lo conosce come Fernando, da anni rappresentante della comunità nel campo nomadi di Latina. Era lui a chiedere al Comune gli interventi necessari per migliorare le condizioni di vita ad Al Karama, a lamentarsi per le carenze della struttura, a mediare insomma in nome e per conto della comunità rom. In realtà, nel centro di Borgo Bainsizza comandava lui. Minacciva con violenza gli altri ospiti e si faceva pagare il pizzo. Determinato a mantenere la supremazia tanto da decidere con i suoi due collaboratori, Gabriel Udilà e George Gheroghe, di dare fuoco il 27 dicembre alle baracche assegnate alla famiglia che aveva avuto problemi a versare la tangente richiesta, circa 300 euro.

Fernando è descritto come un uomo pericoloso, capace di minacciare di morte, a mano armata, i rom messi sotto scacco.  A loro aveva chiesto addirittura 600 euro per alloggiare nei nuovi container allestiti dal Comune dopo il rogo doloso.

L’arresto è scattato ieri su disposizione del Gip di Latina che ha accolto le richieste  risultanze delle indagini della squadra Mobile. le manette sono scattate per Fernando, 57 anni e per i suoi collaboratori di 36 e 31 anni arrestati nella mattinata di ieri e rinchiusi nel carcere di Latina. Devono rispondere di estorsione aggravata in concorso.

Intanto la famiglia che ha denunciato tutto, cacciata dal centro, è ospitata in due parrocchie con il sostegno della Caritas, mentre dal Comune di Latina confermano l’impegno a trovare soluzioni rapide e una struttura idonea, sottolineando però: ” accanto al criterio della solidarietà, l’amministrazione intende far valere il principio di legalità e il pieno rispetto delle regole”.

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