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DETENUTO SUICIDA NEL CARCERE DI LATINA

L'ingresso del penitenziario di Latina

L’ingresso del penitenziario di Latina

LATINA – Si è tolto la vita tagliandosi le vene con una lametta, all’interno della sua cella di Alta Sicurezza nel carcere di Latina. E’ morto così, domenica  sera, il 48enne Pasqualino Pietrobono.

L’uomo – a quanto appreso dal garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – era stato arrestato venerdì scorso nell’ambito di una operazione antidroga coordinata dal Tribunale di Napoli. Proprio per i reati cui era accusato, Pietrobono era stato messo in una cella singola nella sezione di Alta Sicurezza del carcere di Latina.

Domenica, intorno alle 18.00, l’uomo è stato trovato agonizzante con le vene dei polsi tagliate. E’ stato dichiarato morto alle 19.16.

«Spetta ovviamente alla magistratura chiarire questa vicendaha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroniresta, però il fatto che quello di Latina è un vero e proprio carcere di frontiera con tutte le problematiche che questo comporta. Attualmente vi sono ospitati circa 150 detenuti ma la struttura ospita, in un anno, oltre 1.000 reclusi, con un turn over fra i più elevati d’Italia. A questo dato oggettivo si devono, poi, aggiungere una certa lontananza della società civile ed i tagli imposti ai budget: basti pensare che lo psicologo ha a disposizione solo 13 ore mensili. In queste condizioni è molto difficile garantire assistenza sanitarie e psicologica continuativa ai detenuti».

Il procuratore Marco Giancristofaro ha aperto un’inchiesta.

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