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FARMACO CONTRAFFRATTO
Il Nas arresta tre dirigenti farmaceutici

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LATINA – Tre dirigenti di una casa farmaceutica nazionale sono stati arrestati dai carabinieri del Nas di Latina con l’accusa di aver contraffatto un medicinale utilizzato per la cura di affezioni respiratorie di bambini e lattanti. L’indagine è stata condotta con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

nel mirino dell’Antisofisticazione è finito l’Ozopulmin prodotto da un’azienda di Anagni, la Geymonat.  I Carabinieri del N.A.S. di Latina hanno dato esecuzione oggi a tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di altrettanti dirigenti della casa farmaceutica.
Gli arrestati  avrebbero prodotto e commercializzato su scala nazionale il farmaco deliberatamente contraffatto e pericoloso per la salute mettendo, al posto del principio attivo, una sostanza “simile” (normalmente usata per cosmetici ed integratori alimentari), farmaceuticamente inefficace, ma in grado di simularne analiticamente la presenza. Il tutto a discapito della salute dei pazienti, inconsapevoli assuntori di un farmaco completamente inidoneo allo scopo terapeutico, come giudicato dall’ I.S.S. a seguito di specifiche indagini analitiche eseguite sui campioni sequestrati.
La decisione di contraffare il farmaco sarebbe stata presa  – spiegano dal Nas – “dopo un disaccordo commerciale con la ditta fornitrice, per assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e non perdere la fetta di mercato ad opera di farmaci concorrenti, decidevano di avviare comunque la produzione dei lotti del farmaco incriminato, nella piena consapevolezza di esporre a rischi per la salute un considerevole numero di persone e di bambini, ponendo in commercio un farmaco contraffatto e inidoneo al suo scopo terapeutico, che avrebbe potuto cagionare un aggravamento delle affezioni respiratorie”.
I tre arrestati, dunque si sono prima procurati il “sostituto” del principio attivo dalla Francia e successivamente hanno falsificato le analisi e  alterato i rendiconti di produzione e i dati informatici delle materie prime al fine di occultare la presenza nei farmaci del “sostituto” e far risultare fittiziamente quella del principio attivo. Ora sono accusati di aver violato l’articolo 440 del codice penale che prevede pene severissime per chi altera prodotti alimentari e medicinali.

Il farmaco – con scadenza marzo 2016 – fu immediatamente ritirato dal commercio con provvedimento amministrativo dell’AIFA e non è più presente nelle farmacie sin dalle prime battute dell’indagine.

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