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Termocombustore e Corden Pharma, interrogazione del Pd

Si chiede chiarezza sul sito di Sermoneta per il recupero di rifiuti tossici

Corden Pharma

Corden Pharma

SERMONETA  – Il Pd presenta una mozione al sindaco per verificare il rispetto delle norme di sicurezza della Corden Pharma. Nell’aprile 2014 l’azienda Corden Pharma è stata autorizzata infatti, dalla Provincia di Latina ad utilizzare il termocombustore del sito di Sermoneta per l’attività di recupero di rifiuti tossici per conto terzi. In pratica in quel sito non si recupereranno più solo i reflui chimici della propria produzione, ma uno dei business dell’azienda diventerà smaltire rifiuti tossici per conto di altre aziende.

Per questo motivo è stata presentata dal gruppo consiliare del Partito democratico al sindaco di Latina una mozione con cui si chiede sia fatta luce sull’autorizzazione concessa dalla Provincia alla Corden grazie alla quale la società, attraverso il termocombustore presente all’interno dello stabilimento di Sermoneta, potrà effettuare attività di recupero rifiuti per conto terzi ampliando in tal modo la gamma di reflui chimici da smaltire.
La possibilità di trattare reflui chimici esterni oltre che quelli interni prodotti dalla fabbrica stessa preoccupa i consiglieri democratici che chiedono per questo al primo cittadino di controllare che sia tutelata la sicurezza ambientale dei cittadini e che l’iter seguito nel rilasciare il permesso all’ampliamento sia conforme alle normative vigenti. «Sul tema – segnala il consigliere Pd Fabrizio Porcari – si sono tenute due Conferenze dei Servizi, una a dicembre 2013 l’altra a gennaio 2014, senza che fossero stati invitati a partecipare i sindaci o i rappresentanti dei comuni limitrofi, nonostante l’ubicazione dell’impianto ricada proprio al confine. Noi siamo convinti che quando si parla di temi così importanti sia buona regola sentire il parere di tutte le parte in causa, nessuna esclusa».

Ad oggi l’impianto, utilizzato per i reflui prodotti dalla stessa fabbrica, è sfruttato solo in parte nelle sue capacità. «L’utilizzo a pieno regime e l’ampliamento della gamma di reflui da smaltire, l’impatto sul territorio e per i lavoratori dell’ex Bristol – afferma Porcari – sono temi che andavano discussi alla presenza di tutti gli attori interessati, cosa che non è successa. Inoltre c’è da considerare che con l’ampliamento dell’impianto aumenterà il traffico di mezzi pesanti che trasportano rifiuti tossici, dunque sostanze altamente pericolose, sulle strade limitrofe».

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