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processo Caronte

Il clan Ciarelli-Di Silvio agiva con metodo mafioso: la Corte D’Appello conferma tutto

Gli arresti e il primo difficile processo a Latina dopo la guerra criminale scatenata dal ferimento di Carmine Ciarelli

Carmine Ciarelli, il capo

Carmine Ciarelli, il capo

LATINA – Il clan Ciarelli-Di Silvio è un’organizzazione criminale che agisce con metodo mafioso. Lo hanno confermato i giudici d’appello con la sentenza emessa ieri che ha stabilito condanne per duecento anni di carcere nei confronti di 23 imputati che rispondevano di circa 50 capi di imputazione. Una lunga lista di reati: tentati omicidi, rapine, usura, minacce ed estorsione commessi da un gruppo organizzato con capi che dettavano strategie e stabilivano le modalità operative e avevano creato una sorta di banca illegale che erogava mutui a tassi usurai. Confermato anche il ruolo delle donne del clan, sostituivano i mariti nei periodi di detenzione. Quattro di loro  sono state condannate oggi a pene comprese tra 4 anni e 8 mesi e i due anni di carcere.
Regge dunque l’impianto accusatorio costruito da investigatori e inquirenti pontini dopo la guerra criminale che aveva sconvolto Latina nel 2010 con un tentato omicidio quello di Carmine Ciarelli e due omicidi quello di Massimiliano Moro e Fabio Buonamano. Tutto in 48 ore. I giudici della Terza sezione hanno rimodulato le pene. La condanna più pesante per uno dei capi, Carmine Ciarelli che dovrà scontare 20 anni e sei mesi di carcere. Assolto Costantino Di Silvio detto Patatone (già in carcere perché reo confesso dell’omicidio di “Bistecca”)  , rispondeva in questo caso di di due tentati omicidi. La sentenza conferma come le famiglie Ciarelli e Di Silvio avessero  formato un unico sodalizio per “controllare” Latina.

LE PENE – Lieve riduzione di pena per  Carmine Ciarelli condannato oggi a 20 anni e mezzo di reclusione (sei mesi in meno rispetto al primo grado), più sensibile la riduzione per Carmine Di Silvio (13 anni e 11 mesi a fronte di 17 anni e due mesi); per Vincenzo Falzarano (7 anni a fronte di 13) e per Ferdinando ‘Pupettò Di Silvio (3 anni a fronte di 4). Condanna aumentata (l’unica) per Antonio Di Silvio (7 anni e 4 mesi a fronte di 6), mentre è stata confermata l’assoluzione già disposta in primo grado per Antonio ‘Sapuro« Di Silvio.

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