LATINA – Due nuovi interrogatori hanno arricchito il fascicolo che riguarda la variante di Borgo Piave. Davanti al pm Gregorio Capasso sono comparsi l’ex assessore all’urbanistica Giuseppe Di Rubbo, considerato il regista del piano particolareggiato che ha consentito un deciso aumento delle volumetrie a vantaggio del lotto di cui è proprietario l’ex consigliere comunale di Forza Italia Vincenzo Malvaso; ascoltato anche l’ingener Antonio Petti. Entrambi sono indagati nell’inchiesta che ha portato al sequestro della palazzina realizzata a pochi passi dalla rotatoria di Borgo Piave grazie al premio di cubature deciso in sede di approvazione del Piano Particolareggiato da parte della giunta comunale di Latina capitanata da Giovanni Di Giorgi. “Tutto legittimo”, secondo l’ex assessore di Forza Italia, che prima della caduta del primo cittadino si era difeso strenuamente in una conferenza stampa.
Nell’ambito della stessa inchiesta sono già stati ascoltati dal pm gli ex assessori Di Cocco e Marco Picca e l’ex vicesindaco Fabrizio Cirilli, tutti indagati insieme con l’ex sindaco Di Giorgi, gli altri assessori, i dirigenti comunali, i tecnici e i progettisti che hanno avuto un ruolo nell’approvazione della Variante. In tutto 14 persone che, dopo la notifica di chiusa inchiesta ricevuta il 29 luglio scorso, attendono le decisioni del pm sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Intanto ad un anno dal sequestro del cantiere della Piave Costruzioni, ditta di cui è titolare il politico-costruttore Vincenzo Malvaso, nei giorni scorsi il difensore Renato Archidiacono ha chiesto l’avocazione del procedimento alla Procura generale di Roma: “Abbiamo diritto ad una decisione, anche se sarà il processo”, è la posizione espressa dal legale.
