LATINA – Sono stati ascoltati oggi in Tribunale a Latina dal Gip Giuseppe Cario, Giusy Pica e Giorgio Di Mare, la compagna e il commercialista di Alberto Veneruso agli arresti domiciliari nell’inchiesta Speedy Fly che ha portato alla luce un vero e proprio sistema di fallimenti pilotati, sedi societarie trasferite più volte nell’ambito di concordati che appaiono studiati per avere il tempo di occultare beni e lasciare sul campo solo debiti.
IL CASO FLEX – E torna oggi alla ribalta anche una vicenda antica (risalente a venti anni fa), quella del fallimento Flex (Permaflex) da sempre sospetto, ma che aveva visto il proscioglimento di Veneruso per intervenuta prescrizione. Proprio come negli altri casi, i lavoratori e gli altri creditori erano rimasti con un palmo di naso. Il Tribunale Civile di Latina ha però ora dichiarato nulla la vendita del sito di Capena, perché realizzata a cifre troppo basse, grazie ad una perizia compiacente. Il giudice Linda Vaccarella ha poi tramesso gli atti in Procura individuando un’ipotesi di reato circa il deprezzamento del bene in corso di procedura. L’istanza era stata presentata dalla curatela fallimentare, beffata dal trasferimento del bene e che con la pronuncia del Tribunale civile di Latina ha ottenuto anche un risarcimento milionario pari a 4 milioni di euro.
La posizione dell’imprenditore campano rinchiuso da una settimana nel carcere di Poggioreale a Napoli, sembra aggravarsi ulteriormente.