LATINA – Stop alla vendita delle quote private di Acqualatina ad Acea: l’operazione è nulla perché attuata senza gara pubblica, senza aver comunicato ai soci pubblici alcunché e senza aver acquisito il loro parere. Che sarebbe stato comunque negativo.
Sul ritorno all’acqua pubblica i sindaci che vogliono riprendersi la gestione diretta del servizio idrico marciano decisi verso l’obiettivo. La strada è lunga, ma fino ad oggi le speranze non sono smarrite. A confortarli infatti c’è il parere pro-veritate formulato dal professor Alberto Lucarelli al quale avevano dato incarico di inquadrare la vicenda della cessione di Idrolatina (quote private ovvero il 51% del capitale) ad Acea E oggi, forti di quel parere, hanno preso la loro decisione: attivare le procedure di diffida nei confronti del gestore alla cessione della quota privata della società e dare mandato al presidente dell’Ato 4 Eleonora Della Penna di intraprendere tutte le azioni per difendere l’ente.
IL PARERE CHE DA’ RAGIONE AI NUOVI SINDACI – E’ tutto in una delibera nella quale viene riportato il parere di Lucarelli: “Vendere le quote private ad altro operatore privato violerebbe l’obbligo di gara pubblica fissato dalla legge per la scelta del socio privato di una società mista e come tale sarebbe un contratto nullo”. Semplicemente e di più: farebbe venir meno i presupposti sulla base dei quali è stata affidata la gestione diretta senza gara ad Acqualatina, costringendo per giunta l’Amministrazione committente a revocare l’affidamento diretto. Serve dunque – secondo il parere dell’esperto – una nuova gara e i soci pubblici di Acqualatina potrebbero esercitare il diritto di prelazione acquisendo essi stessi dei privati e trasformando la società mista in società a capitale interamente pubblico e quindi in Azienda Speciale”.
Tanto basta per chiedere ad Acqualatina di fermare la procedura di vendita ad Acea, la quale peraltro ha già annunciato l’acquisizione di Idrolatina. Riservandosi, i sindaci di attivare i poteri di autotutela nei confronti del provvedimento di affidamento diretto.
La delibera è stata votata da Formia, Gaeta, Cisterna, Latina, Itri, Roccagorga, Maenza, Sezze, Lenola, Norma, Pontinia, Terracina, Fondi, Monte San Biagio, Amaseno.
Si sono astenuti Bassiano, Nettuno e Aprilia.