LATINA – “Questa storia è un romanzo. Era già risolta quando abbiamo trovato la bambina viva. Gli arresti di oggi coronano l’indagine, ma per noi, per me, per le donne e gli uomini della mia squadra, che hanno lavorato giorno e notte senza andare a dormire, la priorità assoluta era salvare la neonata”. Il dirigente della squadra mobile di Latina, Antonio Galante quasi si commuove ripensando agli attimi in cui ha creduto che una bambina di pochi giorni, venduta dalla madre ad una donna di Borgo Podgora e poi da questa rispedita al mittente (probabilmente perché mulatta), avesse fatto la fine più tragica. Rintracciarla è stato tutt’altro che semplice.
L’indagine al cardiopalmo si è svolta tra Latina, Nettuno, Lanuvio e Roma, tra la metà di febbraio quando la piccola è venuta alla luce all’ospedale di Anzio, e la metà di marzo quando il commissario capo Roberto Graziosi l’ha presa tra le sue braccia in una casa di Roma. Era in buone condizioni di salute, in un appartamento di Tor Vergata dove vivono cinque uomini, affidata con ogni probabilità al padre naturale, un richiedente asilo del Mali che non l’ha riconosciuta, e che quindi non aveva titolo per tenerla con sé, ma che la curava amorevolmente. Ora è affidata ad una casa famiglia del capoluogo.
Messa in salvo la piccola, gli investigatori hanno riavvolto il film e questa mattina all’alba hanno arrestato Francesca Zorzo, 35 anni di Borgo Podgora, la donna che ha comprato la piccola pattuendo come compenso per la madre e il mediatore, 20 mila euro. Per essere credibile aveva finto una gravidanza, procurandosi on line una pancia finta che è anche la prova della premeditazione dei fatti. Ai domiciliari è finita anche la mamma della piccola, Nicoleta Tanase, 25 anni romena da anni residente a Latina e Berrazzuk Youssef marocchino di 48 anni, che vive al Nicolosi. Sono tutti accusati di aver violato la legge sulle adozioni e di tentata alterazione dello stato civile.
Ed è proprio dallo Stato Civile di Latina, da due scrupolosi dipendenti del Comune, che è nata l’indagine. Si erano insospettiti quando una donna aveva chiesto informazioni per registrare una bimba che diceva essere nata in casa. Poi, però, era sparita e della bimba da segnare all’anagrafe non si era più saputo nulla. I due hanno scritto alla Procura poche righe per segnalare la stranezza e il pm Gregorio Capasso le ha trasmesse alla Questura. Il resto lo ha raccontato il dirigente della squadra Mobile Galante in una conferenza stampa che si è svolta questa mattina in Questura a Latina. E’ tutto nel video qui pubblicato.
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roby
28 Aprile 2017 alle 15:02
Bah ! Che dire, oramai non ci si meraviglia più di niente
Giosi Alcamo
28 Aprile 2017 alle 15:35
Non ci sono parole
Cristina Olivier
28 Aprile 2017 alle 15:42
Dove siamo arrivati ,la gente non stá bene .
Mariagrazia Capucci
28 Aprile 2017 alle 16:06
Mio Dio….
Massimo Capitelli
28 Aprile 2017 alle 16:29
Chi è capace di fare queste cose è capace di fare di tutto pertanto andrebbero messi in carcere e buttare le chiavi!
Pamela Bozza
28 Aprile 2017 alle 16:33
Che schifo