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il 19 luglio

Non è vero che la Boldrini vuole abbattere i monumenti fascisti. Lo abbiamo già fatto noi

Considerazioni intorno a Parco Falcone e Borsellino. Graziano Lanzidei: "Ci sono narrazioni tossiche"

LATINA   – Non è vero che Laura Boldrini, presidente della Camera, per certi versi ostica e qualche volta improvvida nelle sue esternazioni, voglia abbattere i monumenti fascisti. E’ bene chiarirlo perché esasperare gli animi non serve a nessuno. Palazzo M resterà dov’è, senza la sua Torre centrale abbattuta dai bombardamenti e mai ricostruita da nostalgici e  filofascisti che si sono susseguiti al governo della città. Palazzo M resterà lì, ma non torneranno a farci compagnia (purtroppo) la Casa del Contadino che fu “stesa”  per fare posto alla Galleria Pennacchi (tra la fine degli anni ’50 e i primi ’60)  o alcuni poderi-simbolo della bonifica, esistenti a ridosso della città, abbattuti o trasformati, come quello di Borgo Isonzo.

Non torneranno nemmeno i borghi, come San Michele, oggi soffocati dal cemento fino a privarli del loro significato: “Erano parte di una catena gerarchica  – dice Piergiacomo Sottoriva (mio padre)  in Latina e L’Agro Pontino – che partiva dal centro città e passava alla campagna attraverso il borgo o azienda speciale dell’Onc e arrivava all’unità colonica che era il podere”. Non una comune periferia, dunque. Per non parlare di tutte le quinte del centro storico, non solo mai evidenziate, ma sbarrate da palazzi nuovi, sproporzionati, che hanno privato la nostra città della bellezza lineare dell’architettura razionalista di cui Sabaudia si può invece ancora oggi fare vanto. L’elenco sarebbe lungo. Ma torniamo a noi.

“Ci sono narrazioni tossiche che nascono in maniera involontaria e prendono pieghe inaspettate. Ce ne sono altre che vengono create appositamente e che si gonfiano e diventano davvero pericolose quando qualcuno – magari un giornalista – partecipa inconsapevolmente e a cui qualche altro – magari un politico – si presta perché cavalcare la tigre, spesso, sembra pagare”, dice Graziano Lanzidei in un suo intervento in vista della prossima visita della Presidente della Camera Laura Boldrini per inaugurare l’intitolazione dei Giardinetti ai magistrati eroi Falcone Borsellino. Perché tutta questa storia nasce solo da qui.

Abbiamo accettato che l’impianto di Littoria-Latina fosse stravolto senza nemmeno accorgercene, ma intitolare i Giardinetti alla legalità, bandiera di due giudici morti per mano della mafia, scatena gli istinti peggiori di molti. E’ la vecchia abitudine di questa città di occuparsi della forma (un nome obsoleto come la vecchia intitolazione del Parco ad Arnaldo Mussolini) più che della sostanza (la città stravolta da chi dice di difenderne la storia).

Certo – si dirà –  in un momento di difficoltà come l’attuale, pensare al nome del Parco era l’ultima cosa da fare per l’Amministrazione Coletta. Ma in questo caso la forma (il nome del Parco) è anche sostanza, ovvero credere che la legalità sia la strada giusta per riportare Latina ad essere più bella. Anche senza i monumenti abbattuti fino ad oggi.

L’appuntamento è il 19 luglio alle 18 e tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

 

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