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il 6 novembre

Autismo ieri, oggi e domani, convegno a Latina

Come riconoscere precocemente il disturbo che affligge un bambino su 68

LATINA –  “Autismo ieri, oggi e….. domani” è il titolo di un convegno che si terrà martedì 6 novembre nell’auditorium del Liceo Scientifico G. B. Grassi in Via Padre Sant’Agostino 8, organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale Forma Mentis, in collaborazione con il Centro Polispecialistico San Giuseppe di Latina e l’associazione LatinAutismo.
“Secondo le ultime stime – spiegano  gli organizzatori – un bambino su 68 soffre di sindrome dello spettro autistico. Il numero dei maschi con autismo è di 4-5 volte superiore a quello delle femmine. I farmaci specifici contro questo disturbo non esistono, mentre ve ne sono pochi che danno modesti risultati e soltanto per alcune manifestazioni associate all’autismo. L’autismo è un punto interrogativo a cui la scienza ancora non è riuscita a dare risposte: per questo non è possibile parlare di cure risolutive della malattia e spesso le famiglie si ritrovano completamente abbandonate e senza gli strumenti adeguati per poter far fronte alla malattia dei figli.”
Al convegno interverrà la dottoressa Maria Luisa Scattoni, coordinatrice del Network per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico, membro del Servizio di Coordinamento e di Supporto alla Ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma. La dottoressa Scattoni sostiene che riconoscere precocemente significa avere la possibilità di intervenire precocemente, riducendo così l’impatto di tali disturbi nella vita dei bambini e dei loro familiari. “il potenziamento di questo network – afferma Maria Luisa Scattoni, ci permetterà non solo di diffondere su tutto il territorio italiano il protocollo di valutazione ma anche di identificare marcatori precoci, anche biologici, e validati scientificamente su un vasto campione di bambini”.
Recenti studi hanno evidenziato come i bambini colpiti da questi disturbi presentino, già nelle prime settimane di vita, alcune anomalie nel pianto e nel movimento spontaneo. Se questi dati venissero confermati in un più ampio campione e sarà possibile associare tali anomalie ad alcune caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti presi in esame, potrà essere attivato un monitoraggio per la loro identificazione precoce, già nel primo anno di vita, ed attivato un intervento precoce che sia il più possibile intensivo e individualizzato.
La sindrome dello spettro autistico è passata da essere un disturbo gravemente invalidante, in cui solo il 25% delle persone diagnosticate arrivava a sviluppare comunicazione verbale negli anni 80, a circa il 75% dei soggetti diagnosticati, di oggi, in grado di sviluppare comunicazione verbale con un conseguente cambiamento di sviluppo ed una riduzione della disabilità nell’arco vita. In meno di 70 anni, dalla classificazione del disturbo, l’impatto sulle persone con ASD in termini di miglioramento della qualità di vita è stato notevole. Questi risultati, sebbene ancora non ottimali, sostengono l’importanza di una diagnosi sempre più precoce e nell’applicazione di trattamenti basati sull’evidenza scientifica per consentire l’aumento delle possibilità di inclusione e fornire sostegno a chi ne è affetto e alle loro famiglie.

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