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L’Intervista

Whitey Brownie su Luna Tira l’Arte: neo soul che colpisce al cuore

Intervista al trio finalista di Lazio Sound fuori con il nuovo EP

I Whitey Brownie sono un trio neo-soul della Provincia di Latina. Sono composti dalla cantante Micol Touadi, dal batterista Alessandro Trani e dal tastierista Alessandro Pollio. Tra i loro ultimi traguardi, oltre al nuovo EP “Another Pink”, spicca la nomina in finale per il concorso Lazio Sound, che li vedrà esibirsi Giovedì 9 Maggio sul palco del Lanificio a Roma.

Ospiti di Luna Tira l’Arte, i Whitey Brownie si sono fatti intervistare ed hanno risposto ad alcune domande, dandoci modo di scoprire alcuni dettagli sulla loro musica, sulla loro sfera personale e sui loro prossimi progetti.

Il vostro EP “Another Pink” sta andando molto bene, e sta riscontrando ottimi pareri per il suo sound raffinato e deciso al tempo stesso. Siete orgogliosi di questo progetto? In quanto tempo lo avete realizzato? Perchè la scelta di pubblicarlo anche in vinile?

Pollio: Siamo molto orgogliosi di questo progetto, è il nostro primo lavoro e lo consideriamo un po’ il nostro punto di partenza. Abbiamo chiuso l’EP in poco meno di un anno, eravamo impazienti di fare uscire la nostra musica e soprattutto volevamo che girasse non solo sulla rete e sui servizi di streaming, ma anche su un supporto fisico, da qui la scelta del vinile, un oggetto che si avvicina molto al nostro modo di vivere la musica nella sua interezza.

Quali altri progetti musicali ci sono all’orizzonte? Un altro EP? Un Album?

Pollio: Da quando è uscito Another Pink abbiamo continuato a scrivere musica nuova quindi sicuramente rilasceremo qualcosa, in quale formato ancora è da decidere, però sappiate che abbiamo un sacco di musica nuova (chi è venuto a sentirci ai live ha già avuto un anteprima).

Sebbene questo genere in Italia sia stato già “sdoganato”, la musica soul e afro – specie nelle sue declinazioni più raffinate – viene sempre percepita come una novità. E’ davvero così per voi e per il vostro pubblico? Come reagisce chi vi ascolta dal vivo per la prima volta?

A.Trani:  Innanzitutto la black music non è tipica della nostra cultura ma di quella afroamericana, specialmente il sound a cui noi facciamo riferimento, per cui sarà sempre percepita come una novità. Va però sottolineato che negli ultimi anni il pubblico è sempre più preparato al sound e partecipa ai concerti in maniera molto attiva.

State facendo diversi live in giro per l’Italia, e il vostro nuovo EP sta suonando forte! Qual è il live più bello, particolare o emozionante che avete fatto fino ad ora?

A.Trani: Per ora abbiamo fatto un mini tour primaverile che anticipa il tour vero e proprio che faremo in estate. Siamo partiti con il calore casalingo della data al Circeo fino ad arrivare a città come Lecce o Piacenza, in cui non eravamo mai stati, ma ci siamo sentiti subito a casa e siamo rimasti sorpresi dal pubblico numeroso che ci ha accolto.

Due di voi condividono un rapporto non solo artistico ma anche di coppia. Alessandro e Micol, riuscite a conciliare la vita di coppia con quella artistica? O ci sono aspetti che inevitabilmente confluiscono dall’uno all’altro lato?

Micol: La nostra vita in generale è completamente dedicata alla musica. Questo sicuramente ci ha uniti fin dall’inizio anche come coppia. Dal nostro punto di vista non è altro che un vantaggio, perché lavorando insieme è tutto più veloce e ormai siamo una cosa sola anche dal punto di vista lavorativo. Quando si ha la fortuna di andare d’accordo, si riesce a trovare un ottimo equilibrio vincente dal quale traiamo quotidianamente solo vantaggi e crescita professionale. Ma al di là di questo i Whitey Brownie sono una famiglia ed è questo che ci rende ancora più speciali.

Micol, recentemente ti abbiamo visto nel coro gospel di E Poi C’è Cattelan, trasmissione SKY che sta riscuotendo molto successo. Come ti sembra questa nuova esperienza? C’è differenza tra cantare nei live ed esibirsi in TV?

Micol: È stata sicuramente un’esperienza bellissima e divertente. La differenza probabilmente sta nei tempi tecnici di esecuzione. C’è sicuramente poco spazio per l’improvvisazione. Nulla è lasciato al caso. Nelle esibizioni live c’è sicuramente più modo di creare nuove cose. Sono entrambi opportunità interessanti per un artista che deve riuscire a gestire tutte le situazioni al meglio. Inoltre Marco Mengoni è un artista che apprezzo molto, quindi lavorare con lui è stato ancora più bello.

Sappiamo che siete impegnati in un nuovo progetto dalle sonorità fortemente afrobeat. Vi va di parlarne? Quanto è forte in voi la matrice africana? Qual è per voi il lascito più grande della musica nera?

A.Trani: Ci fa piacere che nonostante ancora non sia uscito nulla già si parli di questo nuovo progetto. È un collettivo in cui confluiscono, oltre a noi Whitey Brownie, alcuni dei musicisti che più stimiamo nella scena laziale. La formazione è di 8 elementi, il sound è legato molto all’afrobeat e il nome è Karamu Afro Collective. Per ora possiamo solo consigliarvi di seguirci perché a metà Maggio uscirà qualcosa. Teniamo molto a questo progetto e crediamo che il messaggio di artisti come Fela Kuti, ad esempio, sia ancora incredibilmente attuale.

Ora una domanda per Alessandro e Pollio: so della vostra predilezione per J Dilla, leggendario artista Hip Hop a cui siete affezionati. Da dove nasce il vostro amore per lui e la sfida di ricreare con strumenti veri una musica fatta in origine con un campionatore?

A.Trani: Facciamo spesso riferimento al motto “J Dilla Changed My Life” perché è stato l’artista che ha unito i generi musicali che più ci rappresentano, ovvero Jazz e Hip Hop. Inoltre le sue batterie hanno fortemente influenzato il mio modo di pensare i brani oltre che caratterizzare il mio drumming.

Pollio: Diciamo che io ci sono arrivato più tardi a JDilla, sono partito da producer e musicisti contemporanei per poi tornare indietro nel tempo e capire l’enorme eredità che JDilla ha lasciato sulla scena musicale. Per me lui ha la stessa rilevanza di musicisti come Miles Davis, solo che il suo strumento non era una tromba ma un campionatore. Per me suonare i suoi beat equivale a tirarsi giù un solo di Coltrane.

 Guardiamo al futuro… un futuro alternativo! Come sarebbe stata la vostra vita se non aveste incontrato la musica? Riuscite ad immaginarla?

A.Trani: Non ho mai pensato seriamente ad un’alternativa, ho una laurea in antropologia culturale ma non ho mai pensato ad un lavoro diverso da quello del musicista. Svegliarmi la mattina sapendo che comunque vada la giornata sarà piena di musica è tutto quello che ho sempre desiderato.

Micol: Non posso immaginare la mia vita senza musica, perché lei ha scelto me. È un’esigenza fisica e mentale. Non sarei quella che sono oggi e probabilmente per il progetto che la vita mi ha riservato ha pensato di lanciarmi una boa di salvataggio donandomi questo privilegio.

Pollio: Onestamente non riesco neanche ad immaginare come sarebbe stato, per me la musica è sempre stata presente nella mia vita da quando ho memoria. Forse avrei comunque fatto qualcosa di inerente all’arte, cinema, arti figurative, insomma non vedo un futuro alternativo che non abbia dentro l’arte.

Avete prossimi live all’orizzonte? Dov’è che i vostri fan potranno ascoltarvi dal vivo?

A.Trani: Il tour ripartirà il 17 maggio da Gaeta ma presto uscirà il calendario delle date estive quindi non dovete fare altro che seguirci sui nostri social e sarete sempre aggiornati.

Ci vediamo in giro.

Per maggiori informazioni:

www.restinpress.com/artists/whitey-brownie

www.facebook.com/whiteybrownieofficial

www.instagram.com/whiteybrownie

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