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adottato il vademecum

Scuola, la Regione Lazio ribadisce: “Lavoriamo per riaprire il 14 settembre”

Nessuno slittamento dopo la richiesta dei sindaci pontini che volevano posticipare a dopo il referendum

Nessun differimento dell’anno scolastico al 24 settembre come invece aveva chiesto il presidente della Provincia di Latina, Carlo Medici a nome anche dei 33 sindaci pontini, per evitare le costose doppie operazioni di sanificazione prima e dopo il voto referendario. E’ quanto sembra ormai aver deciso la Regione Lazio che in una nota spiega: “Con l’approvazione delle linee guida per il trasporto pubblico locale e del trasporto scolastico dedicato agli studenti, si completano  le misure e gli strumenti da adottare per la riapertura delle scuole. Il nodo del trasporto è stato sciolto dopo l’approvazione del vademecum dell’ Istituto Superiore di Sanità, delle linee guida sulla riapertura delle scuole definite nella Conferenza Stato-Regioni, l’accordo tra il ministero e le organizzazioni sindacali per la riapertura in sicurezza, le linee guida dedicate alla fascia d’età da zero  a sei anni, dopo lo sblocco delle assunzioni del personale docente e ATA fino agli interventi per i nuovi arredi delle aule”.

Le parole sono dell’assessore alla scuola Claudio Di Berardino che spiega: “Stiamo proseguendo con i controlli sanitari per tutto il personale scolastico e questi  si aggiungerà quello a campione sugli studenti. Tutte queste misure ci conducono alla riapertura delle scuole in sicurezza per il 14 settembre, per rimettere al centro il tema dell’istruzione e formazione per i nostri giovani e giovanissimi e per ridare un ruolo sociale alla scuola. Siamo in un passaggio storico nel quale ognuno per le proprie competenze deve continuare a impegnarsi per risolvere le problematiche ancora aperte. I soggetti coinvolti per la riapertura dell’anno scolastico sono molti: è come una catena di montaggio in cui è importante che ogni ingranaggio continui a fare la sua parte, dal Ministero, alla regione, dall’ufficio scolastico regionale alle provincie, ai comuni ai singoli istituti fino alle famiglie“.

 

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