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alle 18

Contro il Nuovo Dpcm, a Latina scendono in piazza ristoratori, palestre, lavoratori dello spettacolo e della danza

"Manifestazione pacifica e con le mascherine"

LATINA – Protesteranno oggi pomeriggio a Latina pacificamente i gestori di ristoranti, pub e bar dopo l’imposizione della chiusura alle 18 prevista dal nuovo Dpcm. Un insieme di norme che ha sollevato critiche da ogni parte, unendo intere categorie a prescindere dal colore politico. Con loro scenderanno in piazza anche i titolari di palestre e scuole di danza.

L’appuntamento (alle 18), che si prevede partecipatissimo, è sotto il Comune di Latina: “Saremo tanti per dire che queste norme sono sbagliate, ma la nostra sarà una manifestazione pacifica”, annuncia Massimo Ceccarini presidente dell’Isola dei Pub di Latina che chiede di al Governo di “salvaguardare gli anziani che sono i più danneggiati  dal virus e non di chiudere i giovani”.

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“Sarà una manifestazione pacifica e lo voglio ripete più volte, pacifica – dice in un video messaggio il ristoratore della Marina di Latina, Gianluca Di Cocco – Quello che mi sento di dire è che dobbiamo essere tanti. I facinorosi però devono restare fuori. Ognuno di noi sarà presente con la sua divisa, tutti possono partecipare ma con le mascherine”.

Protestano anche i gestori della palestre con vari post pubblicati sui social. Alcune delle più importanti strutture del capoluogo sottolineano come l’attività fisica sia di aiuto alla salute e la chiusura, soprattutto per chi si è adeguato alle norme, appaia oggi insensata.

Anche la Danza scende in piazza per rivendicare i propri diritti: “Il diritto di esistere e restare aperti poiché le scuole di danza e i teatri sono ”luoghi sicuri” come provato dai dati. Chi volesse partecipare è il benvenuto, naturalmente evitando assembramenti ed indossando correttamente le dovute protezioni( mascherina o visiera)”, è l’annuncio del Centro Danza Don Bosco.

Voci si levano anche dal mondo dello spettacolo. L’assessore alla Cultura del Comune di Latina Silvio Di Francia si è unito all’appello dei suoi omologhi di tutte le altre città italiane nel quale si rimarca che “la misura assunta nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L’evidenza statistica  – vi si legge  – dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di resposabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata”.

Anche la Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina citando lo studio dell’Agis  sottolinea come sia stato dimostrato “che non sono questi i luoghi che hanno contribuito alla diffusione del virus” e che “probabilmente è il termine spettacolo che induce a considerare ciò che avviene nelle sale da concerti, nei teatri e nei cinema, come semplice intrattenimento, superfluo e sacrificabile “ubi maior”. In queste settimane, i concerti del Festival Pontino 2020 sono stati una sorta di comfort zone in cui, nel rispettoso distanziamento fisico e in sicurezza, si stava ricreando uno spazio di socialità, di incontro umano e culturale, nel piacere e nell’emozione della musica “.

Da Gaeta la voce dell’attivissimo Teatro Ariston: “Abbiamo speso ogni energia per ripartire, con coraggio, determinazione e amore per il nostro lavoro. Abbiamo rese sicure e riaperto le nostre sale, attenendoci scupolosamente a tutti i protocolli per accogliere in tranquillità gli spettatori”. Ma il Dpcm non ha fatto differenze.

 

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