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l'inchiesta e l'impegno

La storia di Fabio Gianfreda, il ragazzo di Latina, istigato al suicidio, oggi in Rai

I genitori e il fratello del ragazzo di Latina continuano la loro battaglia

LATINA  – Continua l’impegno e la lotta quotidiana di Marco, Lisa e Francesco Gianfreda contro i “suggeritori di morte” che si nascondo dietro siti internet nati per istigare al suicidio persone che vivono momenti di fragilità. Come è successo al loro Fabio. Dopo la morte del ragazzo, che si è tolto la vita a soli 19 anni ingerendo nitrito di sodio comprato sul web, la mamma, il papà e il fratello hanno deciso di vincere il dolore e rendere pubblica la loro storia per informare quante più persone è possibile, nella speranza di vedere vietata la libera vendita di quella sostanza che è mortale se usata in dosi elevate, oltre che di vedere oscurati i siti che in questi anni hanno guidato al suicidio decine, forse centinaia, di persone secondo un protocollo che anche Fabio ha seguito, programmando tutto con precisione.

Oggi, con la loro storia, la famiglia di Latina è entrata nelle case di tantissime persone accettando l’invito della trasmissione televisiva I Fatti Vostri in onda su Rai Uno.

L’atmosfera  – hanno spiegato –  nei giorni precedenti il gesto definitivo, sembrava di normalità. Fabio aveva detto che sarebbe andato a dormire da un’amica, sembrava sereno. “Da qualche tempo ci eravamo molto avvicinati, giocavamo spesso a videogiochi insieme, stavamo vedendo una serie insieme”, ha raccontato Francesco intervistato su Rai Uno. Nessuno in famiglia si aspettava quello che sarebbe successo.

“Con grande onestà devo dire che solo a posteriori mi sono resa conto che Fabio negli ultimi giorni sfuggiva il mio sguardo”,  ha raccontato la mamma al giornalista Salvo Sottile, spiegando che chi ha guidato il figlio, gli aveva anche suggerito come comportarsi a casa. Lo hanno scoperto entrando nel pc di Fabio dopo la sua morte e poi facendolo analizzare da esperti.

“Il forum di cui parliamo (quello che Fabio da qualche tempo frequentava, ndr) è aperto a tutti, non solo agli utenti registrati, i ragazzi vi si scambiano esperienze e pensieri e viene suggerito loro di togliersi la vita e come farlo – spiega il papà –  Il suicidio, in quel maledetto sito, è normalizzato, è considerato un modo per risolvere i problemi. E c’è di più: in una sezione sono elencati tutti i metodi per togliersi la vita e per quanto riguarda il nitrito di sodio,  c’è un protocollo che comincia due giorni prima, con l’assunzione di farmaci contro il vomito, e spiegando anche come comportarsi con la famiglia per non farsi scoprire”.

Marco si anche è messo in contatto con gli amministratori del forum della morte accusandoli di essere degli assassini: “Questi personaggi si difendono dietro un’ideologia “pro choice”, e mi hanno risposto con molto cinismo che mio figlio ha fatto una libera scelta e che io devo rispettarla”.

“C’è sicuramente un delirio di onnipotenza da parte di queste persone – spiega Lisa Perrillo – ma spesso c’è anche un interesse preciso perché tante persone hanno lasciato soldi in eredità”.

Sulla vicenda, e su altri suicidi simili (almeno sei solo in Italia dal febbraio del 2020, 49 nel resto del mondo direttamente correlati allo stesso forum, e 500 casi sospetti), la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta. E’ molto difficile arrivare a qualcosa e anche il sito che alcuni mesi fa era stato oscurato è di nuovo liberamente accessibile e a pagarne il prezzo sono i più fragili. Anche per questo occorre continuare a parlarne.

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