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i funerali a San Marco

Addio Pennacchi, Don Enrico Scaccia: “E’ stato un seminatore e per questo non morirà”

Tanti ricordi, il grazie della figlia Marta. Lo scrittore sarà cremato

LATINA – “E’ stato un seminatore e per questo non morirà”. Don Enrico Scaccia, vicario del vescovo ed ex parroco di Borgo Podgora dove Antonio Pennacchi viveva, ha ricordato così nella sua omelia, questa mattina lo scrittore scomparso per un infarto a 71 anni. Il ricordo istituzionale e quello degli amici, le parole del sindaco di Latina Damiano Coletta e quelle del direttore di Limes Lucio Caracciolo, dell’editor di Mondadori Giovanni Francesio hanno accompagnato l’ultimo saluto al Premio Strega nella  Cattedrale di San Marco. Tanti i presenti e quando si è raggiunto il  numero di persone consentito dalle norme contro il covid, sono stati chiusi i cancelli per permettere la partecipazione in sicurezza alle esequie dello scrittore. Tutti gli altri cittadini sono rimasti ai piedi della scalinata e hanno  seguito la celebrazione dalla piazza attraverso la voce diffusa dagli altoparlanti.

“Ci lascia l’artista ma restano le sue opere”, ha sottolineato il primo cittadino aggiungendo “Antonio non è stato solo un cantore di questa terra ma l’ha vissuta in maniera viscerale”. Marta Pennacchi, figlia dello scrittore ha voluto ringraziare i lettori e la città intera per l’affetto dimostrato e la vicinanza .

La cerimonia si è conclusa con Clemente Pernarella che ha letto un passo di Canale Mussolini. Poi, il lungo applauso, la benedizione sul piazzale e l’ultimo viaggio. Le spoglie di Pennacchi saranno cremate e custodite dalla famiglia.

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