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PROGETTO SCIENTIFICO della sapienza

Salviamo la trota-madre: il Ninfa ripopolato di “macrostigma”

400 avannotti marchiati sono stati liberati nel fiume che attraversa il Monumento Naturale

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NINFA – Un po’ d’alcol per sedarli, una micro-iniezione all’altezza della pinna caudale per tatuarli sotto pelle, qualche minuto per rinvenire, non è tortura, ma è il procedimento che precede la liberazione nelle acque ossigenate e fredde del fiume Ninfa di 400 giovani esemplari di trota macrostigma. Ripopolando il corso d’acqua, che sorprende per la sua bellezza nel tratto in cui attraversa il Monumento Naturale Regionale gestito dalla Fondazione Roffredo Caetani, infatti, un team di studiosi dell’università Sapienza di Roma sta cercando di salvare dall’estinzione la specie di trota mediterranea per eccellenza, quella dalla quale si ritiene abbiamo avuto origine tutte le altre.

“Il progetto scientifico che presentiamo oggi con la liberazione degli avannotti viene realizzato grazie ad un accordo tra noi, la Sapienza e la Provincia che lo ha finanziato –  ha spiegato il presidente della Fondazione Caetani, Piergiacomo Sottoriva  – e ha portato i biologi guidati dal professor Marco Seminara, ad allevare in speciali vasche installate poco fuori dal perimetro del giardino voluto dai Caetani, centinaia di piccoli di trota che, una volta cresciuti, sono stati marchiati di azzurro (per essere resi riconoscibili) e oggi restituiti al loro ambiente naturale”. Ora che sono liberi i pesci dovranno cavarsela da soli, solo i più forti resisteranno,  riformeranno la popolazione che negli anni si è andata assottigliando e potranno essere seguiti e studiati durante il corso della loro vita. Ma non è tutto.

Gli studiosi del Dipartimento di Biologia della prima Università di Roma (sotto la supervisione del direttore del Giardino di Ninfa, Lauro Marchetti) stanno anche compiendo studi genetici sulla trota macrostigma (per verificare la “purezza” della specie) e attività di diagnosi ambientale con rilievi sullo stato di salute del fiume Ninfa che già nel 2012  “ha mostrato un incipiente livello di compromissione”. “Si è aperto  – ha detto Seminara – un capitolo tutto da definire sulla condizione del corso d’acqua”.

IL PROGETTO SPIEGATO DAL PROFESSOR SEMINARA:

trota

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