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Anazalone: “No al taglio dei posti letto, si al taglio degli stipendi dei manager”.

LATINA – In questi ultimi giorni, è tornato alla ribalta delle cronache locali e nazionali, il problema del deficit sanitario e la necessità di un taglio alla spesa sanitaria locale. Nel Lazio, il presidente Polverini, sembra indirizzata ad attuare una riforma molto forte per cercare di fermare l’emorragia di denaro pubblico che negli ultimi anni ha colpito la sanità laziale. Su questo sono totalmente d’accordo anche io, in quanto avere un sano risparmio di denaro pubblico, penso debba essere l’obiettivo primario di ogni giunta regionale, che deve basare la sanità locale su spese giuste e non su spese folli. Ma la cosa che mi preoccupa di più, se vengono confermate le strategie che vuol mettere in campo la Polverini, come per esempio la chiusura dell’ospedale civile di Sezze e di Gaeta, oltre al taglio di molti posti letto, sono le conseguenze che potrebbero subire sia il personale sanitario e sia i cittadini che come sempre pagherebbero in prima persona le conseguenze di questi tagli. Allora a questo punto, creando magari anche malumori ai diretti interessati chiedo alla Polverini di tagliare invece gli stipendi d’oro dei manager sanitari pontini, che vorrei ricordarlo si aggirano intorno ai 150 mila euro annui; non voglio assolutamente discutere della loro professionalità, in quanto penso che siano molto preparati ed all’altezza, ma penso che stipendi del genere, siano in questo periodo uno schiaffo alla povertà; specialmente nei confronti di quei medici che operano in reparti particolari, sempre in prima linea, come per esempio l’ostetricia ed il pronto soccorso; sono uno schiaffo agli infermieri ed al personale sanitario che facendo gli straordinari arrivano a poco più di mille euro al mese. Insomma penso che tagliare gli stipendi ai manager sanitari in questo periodo, sia un chiaro e forte messaggio che la Polverini darebbe alla lotta contro gli sprechi; penso che il risanamento della sanità pubblica possa avvenire non chiudendo gli ospedali, ma iniziando invece a tagliare stipendi d’oro che di dignitoso non hanno un bel nulla e, cercando invece di premiare chi nella sanità ci mette l’anima e che ogni giorno è in prima linea contro le emergenze.

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