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Crescita moderata della Cig nel Lazio, a Latina l’aumento è dell’85%

LATINA – In Italia, nel periodo gennaio-giugno 2010 si rileva un incremento della cassa integrazione totale di +71,2% (da 371,5 a 636,1 milioni) rispetto al periodo corrispondente. Per la CIG ordinaria, tuttavia, si osservano decrementi sia per il totale (-20,6%) che per l’Industria (-24%). Invece, nell’Edilizia si assiste ad una crescita dell’1% rispetto al primo semestre del 2009. Inoltre, la cassa integrazione straordinaria cresce del 225,3% in totale, del 207,4% nell’Industria, del 218,9% nell’Edilizia e del 300,1% nel Commercio. Da segnalare, infine, l’incremento del 637,5% (da 21,1 a 155,5 milioni) della cassa integrazione guadagni in deroga.

Nel Lazio si osserva un aumento della CIG totale (+33,6%, da 29,2 a 39 milioni) più contenuto di quello nazio-nale ed un decremento della CIG ordinaria (-30,2%, da 10,6 a 7,4 milioni) più significativo di quello italiano. Nel dettaglio, le ore di cassa integrazione ordinaria diminuiscono del 40,7% (da 8,6 a 5,1 milioni) nell’Industria men-tre si assiste ad una crescita del 14,9% (da 2 a 2,3 milioni) nell’Edilizia. Inoltre, la cassa integrazione straordinaria risulta in aumento ma fa segnare variazioni meno ampie di quelle osservate per l’Italia. Le ore autorizzate aumentano del 38,5% (da 17,7 a 24,5 milioni) in totale, del 38% nell’Industria, del 68% nell’Edilizia e del 42,1% nel Commercio. L’incremento della CIG in deroga, pari a 704,3% (da 884 mila a 7,1 milioni), è invece più elevato di quello naziona-le.

In provincia di Latina, si registra una crescita delle ore totali di cassa integrazione dell’85,4% (da 1,3 a 2,5 milioni) pari a oltre il doppio di quello registrato per il Lazio. Inoltre, la CIG ordinaria totale (-10,2%, da 688 a 618 mila) diminuisce meno di quanto rilevato per la regione, così come accade per la CIGO nell’Industria (-33,7%, da 631 a 482 mila). Invece, l’incremento provinciale rilevato nell’Edilizia (+139,5% da 57 a 136 mila) risulta molto più ampio di quello laziale. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria, il totale aumenta del 167,6%; tale risultato è impu-tabile per lo più ad una crescita delle ore autorizzate per l’Industria, che fa registrare una variazione pari a +161,3% (da 577 mila a 1,5 milioni). Infine, per le ore di cassa integrazione in deroga, si osserva un incremento del 342% (da 70 a 310 mila).

 

A differenza dei trend nazionale e regionale, in provincia di Roma le ore totali di cassa integrazione fanno registrare una variazione pari a –11,1% (da 17,1 a 15,2 milioni). In controtendenza con il dato regionale anche la CIG ordinaria, per cui si assiste ad un +100,5% per il totale (da 1,4 a 2,8 milioni), ad un +225,7% per l’Industria (da 438 mila a 1,4 milioni) e ad un +43,1% per l’Edilizia (da 957 mila a 1,4 milioni). A determinare il calo della CIG totale è la cassa integrazione straordinaria per cui si osserva un calo del 38,5% (da 15,2 a 9,4 milioni). Nel dettaglio, è solo l’Industria a diminuire (-42,7%), mentre salgono le ore autorizzate sia nell’Edilizia (+62,4%) sia nel Commercio (+47%). L’incremento della CIG in deroga (+533,8%, da 463 mila a 3 milioni) è inferiore a quelli rilevati a livello nazionale, quindi significativamente più contenuto di quello rilevato a livello regionale.

 

Le ore di cassa integrazione totali della provincia di Frosinone aumentano del 120,9%, (da 7,9 a 17,4 milioni); tale variazione è imputabile alla CIG straordinaria che fa rilevare una crescita del 1374,5% (da 810 mila a 11,9 milioni) in totale e del 1420,4% nell’Industria (da 783 mila a 11,9 milioni). Al contrario, le ore autorizzate nell’Edilizia diminuiscono del 37,8% (da 27 a 17 mila).

Inoltre, diminuisce la cassa integrazione ordinaria: -54,6% (da 6,8 a 3,1 milioni) in totale, -57,8% (da 6,2 a 2,6 milioni) per l’Industria, -23,1% (da 630 a 485) per l’Edilizia. Le ore di CIG in deroga in provincia di Frosinone passano da 214 mila, nei primi sei mesi del 2009, a 2,3 milioni nello stesso periodo dell’anno in corso, facendo osservare un variazione di +989,5%.

 

Per la provincia di Rieti si osserva un calo del totale delle ore di cassa integrazione del 36,6% (da 700 a 444 mila) indotto da una contrazione delle ore sia di CIG ordinaria (-38,8%) che straordinaria (-61,2%). Nello specifico, le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate nell’Industria diminuiscono del –52,8% (da 219 a 103 mila) e nell’Edilizia del 4,7% (da 90 a 86 mila). Per la cassa integrazione straordinaria si assiste ad un calo del 60,5% nell’Industria (da 314 a 124 mila) e del 34,4% nel Commercio (da 9 a 6 mila). Infine, in provincia di Rieti si osserva un aumento della CIG in deroga pari a +128,5% (da 54 a 124 mila).

 

In provincia di Viterbo si registra una crescita della cassa integrazione totale pari a +59,6% (da 2,2 a 3,5 milioni), da attribuire all’incremento rilevato per la CIG straordinaria (+109,7%, da 699 mila a 1,5 milioni). Al contrario, dimi-nuiscono le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate (-48,8% in totale, da 1,4 a 728 mila) sia nell’Industria (-57,1%, da 1,1 milioni a 488 mila) che nell’Edilizia (-14,9%, da 281 a 240 mila). In provincia di Viterbo si assiste alla variazione più significativa delle ore di CIG in deroga che fanno rilevare un +1496,2%, passando da 83 mila a 1,3 milioni.

 

“A vederla nella sua interezza la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Lazio, si direbbe che la provincia di Latina ricalca perfettamente i trend nazionali – ha commentato il Direttore Generale di Confindustria Latina, Sergio Viceconte – Nonostante infatti gli esiti dell’analisi tendano a discostarla dalla media regionale, sintesi dei valori altalenanti delle diverse province, Latina sembra proprio attestarsi come lo specchio della realtà del Paese. Nel suo complesso, le variazioni registrate tra la media nazionale e quella pontina risultano del resto meno ampie rispetto al dato regionale, come pure delle altre province laziali. Confidiamo pertanto che alla stregua di quanto avviene con aspetti non certo positivi come il ricorso alla cassa integrazione guadagni, Latina possa condividere con il resto del Paese anche quei piccoli, ma stabili, segnali di ripresa del sistema produttivo che pure si cominciano a cogliere”.

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