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Interrogato l’agente “talpa” dei Casalesi: “Mi sono mosso per arrestare Minutolo”

Il commissariato di polizia di Formia

FORMIA – Si è svolto mercoledì mattina davanti al gip di Napoli Marina Cimma l’interrogatorio del poliziotto in servizio al commissariato di Formia, Aniello Landino, arrestato con l’accusa di aver rivelato informazioni riservate ai boss del clan dei Casalesi. Secondo la Dda di Napoli il 51enne sovrintendente di Polizia, aveva più volte fatto accesso alla banca dati del Ministero per ottenere e girare al figlio di Sandokan, Nicola Schiavone e agli altri uomini del clan, notizie sulle inchieste in corso che li riguardavano.

Il vice ispettore, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo, si è detto innocente, estraneo alle accuse mosse nei suoi confronti. Nel corso dei novanta minuti di faccia a faccia con il gip Landino ha spiegato quale tipo di rapporto lo legava a Giovan Battista Papa, fiancheggiatore dei Casalesi e marito della sorella Rita Landino, ucciso insieme agli estorsori Modestino Minutolo e Francesco Buonanno nelle campagne di Villa di Briano, punito dalla camorra per aver chiesto il pizzo ad un caseificio riferibile ai figli del boss Francesco Schiavone. Secondo quanto riferito al giudice, il sovrintendente di Polizia avrebbe consultato in più occasioni la banca dati delle forze dell’ordine per accertare se ci fosse un provvedimento a carico del cognato e per raccogliere informazioni utili all’arresto di Minutolo. «Da poliziotto, mi sono adoperato per arrestarlo» ha spiegato Landino.

Per il momento Aniello Landino rimane agli arresti domiciliari. Il suo legale Crisileo è pronto a presentare ricorso al tribunale del Riesame.

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