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“La strada di collegamento tra via Rossi e via del Faro reca un grave danno all’ambiente”

SABAUDIA – Quanto recentemente denunciato a mezzo stampa da Rifondazione Comunista circa le gravi irregolarità che segnano l’intero iter procedurale per la realizzazione della strada di collegamento tra via Gino Rossi e via del Faro a San Felice Circeo, dimostrano l’urgenza di indagini approfondite da parte della Procura della Repubblica e le mire speculative, come denunciamo da tempo, che si nascondono dietro il progetto. L’assenza della variante al Piano Regolatore Generale, come confermato dallo stesso Dipartimento Territorio della Regione Lazio, e la contemporanea organizzazione della relativa gara d’appalto, costituisce, a nostro parere, ragione sufficiente per fermare il progetto dell’amministrazione comunale, mentre l’assenza della relazione botanica sull’impatto della strada in oggetto dimostra l’irresponsabile comportamento con le quali le istituzioni interessate hanno da sempre affrontato la questione. In particolare, è anomala la leggerezza dell’Ente Parco, il quale nonostante i numerosi richiami e richieste di confronto, ha provveduto a rilasciare il relativo nulla osta esponendo il territorio dell’area protetta, come denunciamo da tempo, all’ennesima insostenibile speculazione edilizia, giustificata da improbabili ragioni di viabilità.

L’auspicio, preso atto delle gravissime mancanze denunciate, è che tutte le istituzioni interessate, oltre ad un responsabile e sempre più doveroso mea culpa, rigettino il progetto e inizino a confrontarsi con serietà e cognizione, su progetti di sviluppo e mobilità pienamente sostenibili, rigettando speculazioni e relative giustificazioni risibili e ridicole che già gravissimi danni in termini ambientali e di mancato sviluppo hanno recato al territorio di San Felice Circeo e al Parco nazionale del Circeo. Perseverare nel progetto significherebbe non solo praticare gravemente l’illegalità ma anche assumersi responsabilità di carattere etico, politico e penale gravissimi. Alla Procura ora il compito di fare chiarezza sulla vicenda.

 Il direttivo del circolo Larus Legambiente di Sabaudia

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