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Moscardelli: “Chiusura beffa di cardichirurgia al Goretti”

LATINA – “Cardiochirurgia, chiusura beffa”. Questa è la novità per la filiera di governo che non c’è mai stata e che continua a produrre i suoi frutti avvelenati. Polverini e l’angelo custode Gramazio (proprio l’ex capo dell’agenzia di Sanità Pubblica che controllò cosi bene i bilanci delle aziende sanitarie durante le gesta di Lady ASL), specialisti nel penalizzare le provincie a difesa del deficit delle Ausl romane e dell’eccesso di posti letto su Roma, hanno cominciato a chiacchiere a promettere come sempre, nei fatti a tagliare. A Latina il Dea di II livello, ospedale con le alte specialità istituito nel maggio 2008, il primo fuori dalla Città di Roma, è stato declassato dalla Presidente Polverini oltre ai tagli e alle chiusure effettuate nella provincia. Tutto questo è la conseguenza di ciò che è il risultato delle scelte della Polverini che per difendere le inefficienze della sanità romana le scarica sulle province. Tanto è vero che il Consiglio Provinciale aveva approvato all’unanimità la decisione di ricorrere contro i provvedimenti della Polverini, salvo poi fare marcia indietro da parte di Cusani. Il Commissario della Sanità del Lazio Renata Polverini dovrebbe premiare le Ausl come Latina che perdevano 140 milioni di euro nel 2005 e che nel 2010 hanno chiuso in pareggio. Perché penalizzarci. Me c’è di peggio. La decisione di organizzare la Regione in macroaree, accorpando pezzi di Roma con le Ausl delle province spalma il deficit e l’eccesso di posti letto su tutto il Lazio e con i tagli orizzontali, ossia per tutti indiscriminatamente, penalizza le province. Altro che filiera di governo. La chiusura di Cardiochirurgia è il primo passo per lo smantellamento del Dea di II livello di Latina accorpato come macroarea con il San Camillo. Il tentativo del Direttore Generale Sponzilli di salvare Cardiochirurgia è stato vanificato. A Roma, la Polverini ha deciso che Latina deve tornare ad essere un ospedale di provincia senza le alte specialità, che ha come Hub di riferimento il San Camillo l’ospedale romano con cui la nostra azienda è stata costretta a condividere i debiti e a subirne la supremazia. Se il Lazio è commissariato per il deficit e Latina non produce più deficit dovremmo avere risorse e personale per ampliare i servizi e non i tagli che la filiera di governo di Di Giorgi ci vuole “vendere”. I tagli colpiscono i budget della nostra sanità privata accreditata, con grave danno per la sanità pontina. Di Giorgi, di fronte ai tagli della Polverini non ha speso una sola parola in Consiglio Regionale ed ha avallato ogni decisione, obbedendo agli ordini. La nuova amministrazione comunale e il nuovo Sindaco dovranno invece battersi per difendere i diritti dei cittadini di Latina. Altri ordini arrivano da Fondi sulla gestione della sanità e sappiamo bene che Fazzone vorrebbe rimettere le mani sulla sanità pontina. Il voto del 15 e del 16 maggio per il nuovo Sindaco serve ad amministrare finalmente la Città e a difendere Latina dai predatori che incombono e che si preparano a spogliare il nostro territorio. I cittadini di Latina non permetteranno a Fazzone di fare scempio della Città.

Riceviamo e pubblichiamo

da Claudio Moscardelli

 

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