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EMERGENZA PESCA
Per la Flai Cgil è ora di risolvere i problemi a Ponza

PONZA – La vicenda del sequestro delle reti alle imbarcazioni di Ponza fa riemergere il problema dello sforzo di pesca nel mar Tirreno. Da anni il sindacato si sta battendo per trovare, insieme alle associazioni datoriali di settore, soluzioni che possano sostenere questo antico mestiere che oggi attraversa probabilmente il peggiore periodo. Sono tanti gli armatori in difficoltà e le loro difficoltà si riversano poi sui pescatori imbarcati.

“Per quanto riguarda la marineria ponzese – afferma Eugenio Siracusa responsabile regionale per la pesca della Flai Cgil – sono diversi i problemi che vanno risolti. Dall’attribuzione delle quote tonno, al sostegno alle imprese e ai lavoratori, alla possibilità di riqualificare e diversificare la flotta. Problemi che vanno affrontati con il coinvolgimento di tutti i soggetti che si occupano della pesca a cominciare dalla regione Lazio che potrebbe svolgere il suo ruolo positivo se solo desse corso ad una migliore pubblicizzazione dei bandi del Fep. Il rischio vero è che la regione Lazio e le imprese delle marinerie laziali si vedano dirottare questi fondi verso altre regioni, se le risorse previste non venissero impegnate tutte. Restano poi altri nodi a cominciare da un progetto di qualificazione della pesca ponzese, che non può non tenere conto di un fattore di svantaggio per quella marineria che si trova su un’isola distante quindi dalla terra ferma e dalla possibilità di realizzare una piattaforma per la commercializzazione del venduto. Va affrontato e risolto anche il problema delle ferrettare e dei vuoti normativi in collaborazione con la Capitaneria di porto di Gaeta che si è sempre mostrata sensibile e disponibile a risolvere i problemi all’interno del rispetto delle normative. Per questo motivo il 1 luglio svolgeremo a Ponza una assemblea dei lavoratori e degli armatori per fare il punto della situazione”. Ma non ci sono solo i problemi dei pescatori di Ponza “Come sindacato siamo preoccupati perché l’attuale Ministro dell’Agricoltura non ha ancora convocato un tavolo per gestire il cosiddetto fermo pesca e studiare le misure atte a sostenere imprese e lavoratori. Non è la cassa integrazione che risolve il problema, così come non è una soluzione quella di rendere facoltativo il fermo pesca biologico. Servono ben altri interventi ma dal Ministro non abbiamo ancora avuto nessuna risposta. Inoltre – aggiunge Siracusa – ci sono i problemi che riguardano le marinerie di Anzio, di Gaeta e di Formia per quanto riguarda il caro carburante, la commercializzazione e la riqualificazione della pesca nel mar Tirreno, oltre ai problemi legati alla logistica dei porti e degli attracchi”

Riceviamo e pubblichiamo dalla

Flai Cgil

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