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VERTENZA LAZZERI
Cgil e Cisl escluse dalla trattativa

Lo stabilimento di Sabaudia

LATINA – «La Federlazio estromette dal tavolo di trattativa relativo alla vertenza Lazzeri la Fai Cisl e Flai Cgil». La denuncia arriva dalla Federazione Lavoratori AgroIndustria di Latina che, in una nota, definisce «inverosimile» quanto accaduto giovedì presso la sede della Federlazio locale. La Fai Cisl e la Flai Cgil sono state, di fatto, escluse dal tavolo negoziale perché non condividevano la linea della azienda Lazzeri, che nei giorni scorsi ha aperto una procedura di mobilità per il licenziamento di tutti i lavoratori agricoli a tempo indeterminato.

Riceviamo e pubblichiamo dalla Flai Ggil:

«Intanto una premessa doverosa: la Lazzeri è una azienda agricola che ha deciso di farsi rappresentare dalla Federlazio la quale di norma segue le piccole e medie imprese e non le aziende agricole. Ma fin qui, poco male. Gli incontri si sono susseguiti non senza difficoltà e con risposte inevase da parte dell’azienda di Sabaudia, fino all’epilogo di giovedì mattina. La Federlazio ha chiesto a Fai Cisl e Flai Cgil se condividevano la scelta di procedere alla trattativa partendo dal presupposto del licenziamento di tutto il personale operaio a tempo indeterminato, chiedendo alle due organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative in quella azienda di condividere una non meglio specificata ipotesi di proposta avanzata dalla Uila Uil. I segretari provinciali presenti alla trattativa, unitamente ai rappresentanti sindacali, hanno chiesto di proseguire il confronto per cercare di costruire un accordo che tenesse conto di una serie di problematiche inerenti i lavoratori, la ricerca di ammortizzatori sociali diversi e, non ultimo, il sistema organizzativo aziendale, chiedendo di conoscere comunque la posizione dell’azienda sull’ipotesi di proposta della Uila, cercando di capire i contorni di questa e le eventuali garanzie, se le si possono chiamare tali. La Federlazio invece, in maniera impropria per un tavolo negoziale ha affermato che Fai e Flai potevano continuare a restare al tavolo solo se accettavano al buio, la proposta dei licenziamenti e che non c’era bisogno di avere al tavolo degli “uditori”, rinviando al pomeriggio la discussione avendo acquisito la disponibilità della Uila a proseguire. Una posizione condivisa anche dall’azienda Lazzeri non nuova ad atteggiamenti poco rispettosi dei lavoratori e dei loro rappresentanti. “E’ incredibile che la Federlazio, invece di tenere il tavolo di trattativa unito, decida di fare le trattative con chi accetta le posizioni di principio dell’azienda relative ai licenziamenti dei lavoratori – dicono Eugenio Siracusa e Rosario Bellezza della Flai Cgil e Fai Cisl – Abbiamo chiesto di verificare strumenti alternativi rinviandoci alla Regione Lazio, essendo terminata la fase sindacale dei 45 giorni, ma la Federlazio ha sostenuto che non c’era la necessità di farsi supportare dai burocrati regionali. Federlazio ci ha praticamente invitato ad andarcene dal tavolo sostenendo che era giusto proseguire l’incontro solo con chi era intenzionato comunque a siglare un accordo che prevedeva il licenziamento dei lavoratori e delle lavoratrici. Non ci è stato concesso dalla Federlazio e dalla Lazzeri di poter conoscere i termini della proposta avanzata dalla Uila. Abbiamo portato una lettera a Federlazio chiedendo di sospendere la discussione per riaggiornarla, al fine di mettere a conoscenza tutto il sindacato delle proposte fino a quel momento non discusse nel merito. Ma abbiamo ricevuto un ulteriore no dalla Lazzeri e dalla Federlazio – aggiungono i segretari di Fai e Flai – Questo modo di fare getta un’ombra negativa sulle relazioni sindacali con la Federlazio, la quale in questa occasione ci pare proprio abbia perso la bussola. Un tavolo sindacale è tale perché partecipano le strutture delegate alla rappresentanza. E’ obbligo delle parti in causa giocare a carte scoperte, avanzare le proposte, sviscerarle, discuterle, ragionare sul merito – indipendentemente da chi presenta la proposta – responsabilità delle parti sindacali è quella di decidere se accettare o meno le proposte che vengono avanzate al tavolo, ribadiamo, da qualunque parte arrivino. Invece si è voluto procedere ad esclusione di una parte, quasi chissà a nascondere cosa, per scegliere di proseguire solo con chi si è reso disponibile ad accondiscendere a legittimare i licenziamenti dei lavoratori e delle lavoratrici, proponendo magari una soluzione “cicero pro domo sua”. Un atteggiamento grave che va al di la delle normali relazioni sindacali. Quanto accaduto – concludono Bellezza e Siracusa – va ben oltre le regole negoziali. La Federlazio e la Lazzeri si arrogano il diritto di scegliersi l’interlocutore, non consentendo agli altri rappresentanti sindacali di conoscere il merito della ipotesi di qualsiasi proposta avanzata. Un comportamento a dir poco svilente, ma quando c’è di mezzo la Lazzeri non ci dobbiamo più sorprendere di nulla”. Una vertenza dunque che avrà inevitabili strascichi e che è solo all’inizio. A questo punto, se la Federlazio insieme all’azienda ed alla Uila Uil intenderanno proseguire la trattativa magari trovando anche un’intesa, saremo pronti a mettere in atto tutti i mezzi di mobilitazione sindacali e legali per una impugnativa dei licenziamenti coatti».

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